BARI - Le modifiche introdotte nell’appalto per la nuova sede del Consiglio regionale non erano «impreviste e imprevedibili», come la norma richiede per ricorrere alle varianti. E quelle varianti, in particolare la quarta e la quinta diventate famose per la vicenda delle plafoniere d’oro, sono causa dei «lunghi tempi di esecuzione dei lavori» (chiusi nell’aprile 2019, con due anni di ritardo) che tante polemiche hanno causato. Ma questo non vuol dire che siano stati buttati i soldi: nonostante procedure non sempre rispettose delle norme, si è arrivati al «completamento di opere complesse nell’ambito di un procedimento articolato» con «importi finali a carico della collettività comunque ridotti (circa 360 euro/mq) visti anche i risultati ottenuti».
Una consulenza tecnica disposta dal Tribunale di Bari nell’ambito della causa tra i progettisti e la Regione riscrive dunque la storia del maxiappalto per il palazzo di via Gentile, i cui lavori sono passati dai 40 milioni a base di gara ai 56 milioni finali, che diventano 87 se si aggiungono Iva, costi di progettazione e accessori...
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