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Sanità, Anelli: «Puglia pioniera in medicina territoriale. Se aumentano morti Covid governo prenda decisioni»

 
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Sanità, Anelli: «Puglia pioniera in medicina territoriale. Se aumentano morti Covid governo prenda decisioni»

«La medicina territoriale ha bisogno di operatori, fra medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti. E ha bisogno che che si realizzino le case di comunità che i medici di medicina generale si candidano a gestire»

Sabato 23 Settembre 2023, 16:16

«La Puglia è pioniera nella medicina territoriale. Già nel 2007 è stato siglato l’accordo che prevedeva la creazione dei centri polifunzionali territoriali, le case della salute». Lo ha detto il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, a margine del convegno La medicina generale protagonista nell’organizzazione delle cure territoriali, in corso a Bari. «Dove sono state realizzate - ha aggiunto - funzionano bene e consentono di fare prestazioni che oggi in tutta Italia immaginano di affidare alle case di comunità, come per esempio prelievi, elettrocardiogrammi, attività con ambulatori di piccola chirurgia». «La Puglia - ha precisato - è stata pioniera, ma è stata limitata dall’incapacità di potenziare questo sistema. Era un accordo sperimentale, oggi ci arriva come legge nazionale, ma noi l’avevamo già».

COVID: SE AUMENTASSERO LE MORTI IL GOVERNO DOVREBBE PRENDERE DECISIONI

Se il numero dei decessi per Covid-19 dovesse aumentare, il governo dovrà prendere provvedimenti: lo ha detto il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, a margine del convegno su «La medicina generale protagonista nell’organizzazione delle cure territoriali», in corso a Bari.
«Siamo profondamente preoccupati di comprendere bene le dinamiche, perché se il numero dei morti dovesse salire qualche provvedimento da parte del governo dovrà essere preso», ha osservato il presidente della Fnomceo, riferendosi al numero di contagi e alle dichiarazioni del ministro della Salute, Orazio Schillaci, circa la necessità di tenere a casa i bambini sintomatici, senza però applicare misure restrittive nelle scuole.
«Allo stato attuale - ha aggiunto Anelli - la situazione non desta le stesse preoccupazioni del passato, il Covid rimane un sorvegliato speciale e stiamo attenti perché la mortalità è ancora alta e nelle prossime settimane si dovrà decidere cosa fare».

PNRR, NON TOGLIERE RISORSE ALLE CASE DI COMUNITA'

Le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non vanno tolte alle case di comunità, fondamentali per la medicina territoriale: lo ha detto il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, a margine del convegno su «La medicina generale protagonista nell’organizzazione delle cure territoriali» in corso a Bari.
C'è «il timore che alla fine, non avendo ben chiaro il modello, le risorse del Pnrr vengano dirottate altrove», ha rilevato il presidente della Fnomceo. «Già oggi il numero è stato ridotto da 1.300 a poco più di 900», ha proseguito riferendosi alle case di comunità. " Non vedo tanto un ritardo nella realizzazione, su cui abbiamo ancora un pò di tempo, ma per poter consentire ai medici di entrarci occorre un contratto di lavoro», ha aggiunto Anelli. «La discussione è ancora ferma sul triennio 2019-2021, un periodo precedente alle case di comunità. Il ritardo oggi è legato soprattutto alla mancata chiusura di un accordo che doveva essere fatto cinque anni fa e che ancora non c'è», ha detto ancora riferendosi allo «strumento contrattuale che consenta ai medici di poter lavorare nelle case di comunità».

Per il presidente della Fnomceo «la medicina territoriale ha bisogno di operatori, fra medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti. E ha bisogno che che si realizzino le case di comunità che i medici di medicina generale si candidano a gestire». Per Anelli la medicina territoriale deve essere «il motore e il cuore propulsivo dell’assistenza, che deve essere mantenuto in qualunque parte del Paese». La sua importanza, ha osservato, «è dimostrata da ciò che è successo durante la pandemia». quando «il bisogno di salute dei cittadini si è scontrato con il fatto che i medici generali sono stati lasciati soli, privi di strumenti per operare e senza presidi di protezione individuale, al punto che Parlamento e governo hanno fatto una norma che, al fine di proteggere medici e cittadini, ha realizzato le Usca».

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