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Procreazione assistita, in Puglia soldi a chi va nei centri privati. Da Regione Puglia 1,5 milioni di euro per procreazione assistita

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Procreazione assistita, in Puglia soldi a chi va nei centri privati

Oggi in giunta l’ok ai contributi: fino a 1.000 euro per i trattamenti di secondo livello alle coppie con Isee inferiore ai 30mila euro

Lunedì 10 Luglio 2023, 07:00

18:51

BARI - Le coppie con Isee inferiore a 30mila euro potranno ottenere un contributo fino a 1.000 euro per sottoporsi a percorsi di procreazione medicalmente assistita in strutture private. Oggi la giunta regionale approverà le linee guida attuative delle norme inserite a dicembre nell’ultima legge di bilancio, che ha stanziato 1,5 milioni per supportare la Pma. E lo farà attraverso un regolamento che ha fissato due criteri: quello economico (il reddito del nucleo familiare) e quello anagrafico, che pone come limite per iniziare il trattamento i 46 anni di età della donna.

La Pma in Puglia è nei fatti un business in mano ai privati, perché la programmazione regionale è rimasta sulla carta. I centri pubblici attivi sono appena tre: a Policlinico di Bari e Conversano si è aggiunto a marzo il «Fazzi» di Lecce per il solo primo livello (fecondazione intrauterina), ma nessun centro pugliese è ancora abilitato per i trattamenti di terzo livello (nel corso dell’anno dovrebbe partire il Policlinico). La rete è dunque in mano ai privati, che hanno cinque strutture per i trattamenti di primo livello e nove abilitate alle tecniche di secondo livello (cioè alla fecondazione in vitro, che produce un embrione poi trasferito nell’utero), con tutto ciò che ne deriva - tra l’altro - per la crioconservazione dei campioni. Un mondo oscuro in cui esiste un sottobosco di «consulenti» che convogliano le coppie verso l’estero, per non parlare della forte componente di lobbismo nei confronti del decisore politico per favorire l’accesso alle tecniche di Pma offerte dai privati non in convenzione. In Puglia peraltro il «mercato» è estremamente piccolo: nel 2020 (ultimo dato disponibile, contenuto nella relazione al Parlamento di ottobre 2022) sono stati effettuati appena 2.734 cicli di secondo livello, di cui soltanto 410 nel pubblico, a fronte di 67mila cicli registrati in Italia. Le tecniche semplici di primo livello, ormai ritenute residuali, hanno invece fatto registrare 773 cicli, di cui 597 nei centri privati. Una quota dei trattamenti è effettuata su residenti fuori regione, così come è presumibile che una quota non irrilevante di pugliesi scelga di andare fuori. La norma inserita nel bilancio non fa distinzione sulla sede del trattamento, e dunque il contributo potrà essere richiesto anche da chi scelga di rivolgersi a strutture estere.

L’accesso ai centri Pma pubblici avviene attraverso il medico di famiglia, mentre il privato lavora in regime di mercato e dunque con le proprie tariffe. I soldi disponibili per i contributi sono stati divisi su base territoriale, in ragione della percentuale di parti registrati nel 2022: e così un terzo dei finanziamenti (485mila euro) andrà alle coppie residenti nella Asl di Bari, seguite da Lecce (276mila euro) e Foggia (236mila euro), poi Taranto (200mila euro), Brindisi e Bat (circa 150mila euro). La delibera predisposta dagli assessori Rocco Palese (Salute) e Rosa Barone Welfare prevede che le coppie interessate dovranno presentare la richiesta alla Asl di appartenenza, a non oltre sei mesi dalla data dell’intervento, presentando le relative fatture: verranno erogati 500 euro per ciascun percorso con tecniche di primo livello e 1.000 per quelli di secondo livello (con un massimo di due percorsi per coppia).

Oggi in giunta è prevista anche la presa d’atto formale del finanziamento dei due acceleratori lineari del Polo oncologico del «Fazzi». L’operazione, che vale 7 milioni, a giugno è stata ammessa a finanziamento sui fondi ex articolo 20 del ministero della Salute, e consente di liberare la somma corrispondente sul bilancio del sistema sanitario. 

Da Regione Puglia 1,5 milioni di euro per procreazione assistita

La Regione Puglia ha approvato la delibera che stabilisce gli indirizzi operativi per l’erogazione del contributo economico per sostenere i percorsi della procreazione medicalmente assistita. Sono stati stanziati 1,5 milioni per il 2023, stessa cifra anche per il 2024 e il 2025. Le risorse sono state ripartite alle Asl sulla base della percentuale della residenza delle donne che hanno partorito nel 2022. Possono accedere al contributo le coppie in possesso dei requisiti previsti, in particolare, viene precisato in una nota della Regione Puglia «le donne di 46 anni (fino al compimento di 47 anni, purchè la procedura sia stata avviata a 46 anni)». La domanda potrà essere presentata alla Direzione generale della Asl di appartenenza entro e non oltre sei mesi dalla data dell’intervento, nella misura di 500 euro per ciascun percorso di Pma che si avvalga di tecniche di I livello; 1000 euro per ciascun percorso di Pma che si avvalga di tecniche di II e III livello, e comunque nella misura massima di due percorsi per coppia.
Il nucleo familiare dovrà avere Isee in corso di validità al momento della domanda di accesso al contributo non superiore a 30 mila euro. Il contributo potrà essere concesso alle coppie previa presentazione di rendicontazione delle spese sanitarie sostenute. «Grazie a questo contributo - dichiara l’assessore al Welfare Rosa Barone - la procreazione medicalmente assistita non sarà più solo un privilegio per le coppie che possono permetterselo. Una misura di civiltà, perché tutti devono avere uguali possibilità di accedere al percorso».
«Fa parte del programma regionale - spiega l’assessore alla Sanità, Rocco Palese - ridurre i divari di accesso all’assistenza. Il prossimo passo sarà quello di potenziare il servizio pubblico in tutti i territori, per ridurre i tempi di accesso e garantire una qualità omogenea»

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