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Gemmato contro Emiliano: «La Puglia non usa bene le risorse per la sanità»

 
Marco Seclì

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Marco Seclì

Gemmato contro Emiliano: «La Puglia non usa bene le risorse per la sanità»

La replica alle critiche del presidente: «Alla Regione mezzo miliardo in più. Il commissariamento? Extrema ratio»

Sabato 01 Aprile 2023, 13:09

BARI - Liste d’attesa infinite, Pronto soccorso che scoppiano, la Cgil Puglia che ieri ha manifestato in piazza a Bari, i medici della Fimmg che lo faranno oggi. La sanità pugliese è una pentola in ebollizione. La Regione, con il presidente Michele Emiliano, accusa il governo per l’esiguità delle risorse messe a disposizione dal Fondo sanitario nazionale. Ma il sottosegretario alla Salute, il pugliese Marcello Gemmato, non è dello stesso parere. Anzi, ha un’opinione diametralmente opposta: rivendica l'aumento dei fondi per la Puglia e bacchetta Emiliano.

«Si pensi - dice a margine dell’incontro di ieri in Confindustria sulla «Silver economy» (ne parliamo a lato) - che la Regione Puglia solo per l’anno in corso, tra maggiore dotazione del Fondo sanitario e fondi derivanti dal payback, ha ottenuto quasi mezzo miliardo di euro. I soldi però devono essere ben spesi - è la critica - non esiste solo il tema dei maggiori finanziamenti ma anche della migliore qualità della spesa e quindi di migliori modelli organizzativi. Purtroppo - sostiene l’esponente del governo Meloni - in Puglia questo non sta avvenendo, come dimostra la questione delle liste d’attesa e tutti gli altri problemi che i cittadini conoscono».

Non solo: «La Regione Puglia - contrattacca Gemmato - presenta uno sforamento enorme della quota del Fondo sanitario che ci porta a essere la prima Regione in Italia per debiti in sanità. Evidentemente, c’è qualcosa che non va e questo “qualcosa” sarà sicuramente all’attenzione del livello centrale e oggetto di puntuale osservazione da parte del ministero della Salute».

Parole che suonano come un chiaro avvertimento. Ma si può arrivare a ipotizzare un commissariamento? «È prematuro dirlo - risponde il sottosegretario Gemmato - sarebbe un atto politico forte, che vedrei come extrema ratio. L’ideale sarebbe una Regione che funziona, una sanità regionale che funziona, un presidente Emiliano non litigioso, visto che litiga con tutti i livelli istituzionali, probabilmente per promuovere sé stesso a livello sovraregionale. Vorremmo invece - incalza - che il governatore della Puglia si occupi al meglio della Puglia e che i pugliesi abbiano una sanità pubblica che funzioni, al contrario di quanto succede oggi».

Il governo ha messo a disposizione 7 miliardi 50 milioni in più per il comparto salute. «È sufficiente per risolvere i problemi? Sicuramente no - ammette Gemmato - ma dopo anni di tagli abbiamo dato un segnale forte di attenzione e di inversione di tendenza».

Sul tavolo, oggetto di dibattito, di timori e di critiche, resta però l’impatto che può avere l’autonomia differenziata sulla sanità, specie nelle aree del Sud che già scontano una storica penalizzazione rispetto al Nord del Paese. Il rischio è accentuare i divari esistenti. «La riforma - sottolinea Gemmato - necessita ancora di numerosi passaggi sia in Parlamento che in Conferenza Stato-Regioni. Ma bisogna partire dalla fotografia dell’attuale sanità, che risulta impietosa. Significa - osserva - che quanto fatto fino a oggi non ha funzionato e che non possiamo andare avanti così».

Ma l’«autonomia» come potrà garantire che le cose miglioreranno? «A tutela delle popolazioni meridionali - rimarca il sottosegretario - ci sono i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, che devono essere omogenei in tutto il territorio nazionale, senza i quali l’autonomia differenziata non potrà essere realizzata. Inoltre, è forte l’attenzione del governo sull’argomento. La stessa premier Meloni è da sempre sensibile ai temi dell’unità nazionale e, in particolare, all’esigenza di colmare finalmente la sperequazione esistente tra Nord e Sud. D’altra parte, i divari fra territori, oggi sotto gli occhi di tutti, sono stati creati con le leggi vigenti, che evidentemente così non vanno e devono cambiare».

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