BARI - La Puglia non è dotata degli impianti di trattamento necessari alla chiusura del ciclo dei rifiuti. E la sentenza con cui il Tar della Lombardia ha demolito una delibera dell’Arera, l’autorità di regolazione delle tariffe che ha sede a Milano, crea un enorme problema alla Regione e rischia di dissanguare i Comuni: perché da oggi i gestori degli impianti privati che erano stati classificati come «minimi», cioè indispensabili alla chiusura del ciclo, potranno rifiutarsi di accogliere i rifiuti alle tariffe calmierate che l’Ager aveva fissato nel 2022.
L’esempio per capire di cosa parliamo è proprio il caso della Coop Nuova San Michele, il gestore della discarica di Foggia (avvocati Ernesto Sticchi Damiani e Michele Vaira) che a marzo 2022 aveva già ottenuto la sospensiva e ieri ha ottenuto la sentenza di annullamento: altri ricorsi sono stati presentati da sei gestori tra cui Appia Energy (avvocati Luigi Quinto, Pietro Quinto e Vittorio Triggiani) e De Cristofaro (Bice Pasqualone).
Il 30 dicembre 2021 la giunta regionale pugliese ha inserito tra gli impianti «minimi» una parte delle discariche, degli impianti di compostaggio e degli inceneritori privati, e ha «prenotato» una parte della loro capacità di trattamento per destinarla ai rifiuti solidi urbani. Qualche giorno dopo l’Ager ha emanato una serie di provvedimenti che ad esempio stabilivano che la discarica di Foggia (impianto privato per rifiuti speciali) dovesse accogliere i rifiuti indifferenziati delle province di Foggia, Bari e Bat sottoposti a biostabilizzazione...