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Cgil Puglia, assemblea contro l'autonomia differenziata, Emiliano: «Evitare segmentazione competenze»

 
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Cgil Puglia, assemblea contro l'autonomia differenziata, Emiliano: «Evitare segmentazione competenze»

Un momento dell'assemblea

«I grandi assenti di questo dibattito sono i Comuni. I Comuni e le Province non si sono ancora espressi in modo chiaro. Serve che a questo grande movimento contro l’autonomia differenziata partecipino anche loro». E sabato 18 manifestazione regionale a Bari

Sabato 11 Febbraio 2023, 12:54

13:44

CONTRO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA SABATO 18 FEBBRAIO MANIFESTAZIONE REGIONALE A BARI - È l’esito dell’assemblea pubblica promossa tenutasi questa mattina presso la Cgil Puglia alla quale hanno partecipato rappresentanti di associazioni, partiti, mondo della cooperazione, amministratori pubblici, intellettuali, economisti, studenti. Una grande manifestazione regionale da tenere sabato 18 febbraio, per dare visibilità concreta alle preoccupazioni legate alle conseguenze che ricadrebbero sulle regioni più deboli a seguito dei progetti di riforma di autonomia differenziata.

“E dimostrare – spiega Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia – che qui c’è una classe dirigente e un tessuto sociale, politico, economico che vuole essere protagonista di un grande movimento che non solo si oppone a progetti divisivi del Paese ma vuole favorire una sostanziale unità che passa dall’uguaglianza nell’accesso a diritti e servizi, a prescindere da dove si viva”. È l’esito dell’assemblea pubblica promossa questa mattina presso la sede regionale della Cgil a Bari dalla vasta alleanza di associazioni sottoscrittori di un protocollo di consultazione, che ha chiamato a raccolta istituzioni, politica, mondo della cultura, economisti, intellettuali.

“Siamo qui per condividere una grande preoccupazione che arriva soprattutto dai nostri territori. Non è la prima volta che proviamo a costruire argine a derive politiche che non valutano le opportunità che il Mezzogiorno può mettere a disposizione del Paese più giusto e forte, in grado di affrontare anche le grandi emergenze internazionali, dalla guerra alla crisi economica”, ha affermato Gesmundo nell’introdurre i lavori. “Qui da tempo abbiamo realizzato una grande alleanza, associazioni collaborano e costruiscono assieme visioni e iniziative, condividendo analisi. Alleanza che abbiamo formalizzato con un protocollo circa la necessità di un lavoro collegiale che favorisca partecipazione e democrazia, indirizzando scelte politiche indirizzate all’inclusione, alla cooperazione. Oggi siamo assieme su questo tema dell’autonomia, che rischia di far crescere disuguaglianze”.

Tra gli intervenuti, in collegamento web, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. “Dal decreto Calderoli risulta con chiarezza che non c’è alcuna volontà di finanziarie un riequilibrio tra Nord e Sud rispetto a livelli essenziali delle prestazioni. Progetto per noi non accettabile e vicenda politica delicata. Essendo questa riforma una condizione di sopravvivenza del patto di Governo, c’è il rischio annunciato del tentativo di riequilibrare questa segmentazione delle competenze con una sorta di presidenzialismo che andrebbe a peggiorare ancor più le cose. Siamo al paradosso”.  «Dietro il progetto di autonomia differenziata ci sono argomentazioni offensive - ha continuato -. C'è un’idea che parte dalla Lega, cominciata con l’ipotesi della secessione del Paese. L’idea che il Sud fosse un’irrimediabile piaga italiana e che fosse necessario lasciarlo al suo destino per permettere alle Regioni più efficienti di correre più veloci». Per Emiliano «è come se si dicesse che una competizione senza riequilibri preventivi finalmente svegliasse le popolazioni del Sud che evidentemente, fino a oggi, non hanno fatto i progressi che avrebbero potuto fare perché deresponsabilizzate da un ipotetico centro di governo del Paese». «La discussione è stata difficilissima. Abbiamo tentato di evitare spaccature nel Paese fra Nord e Sud. Abbiamo dovuto evitare che i parlamentari settentrionali di centrosinistra, in particolare del Pd, si contrapponessero a quelli del Sud. Che i governatori nel Nord, che come è noto erano in linea di principio non ostili al progetto, non entrassero in conflitto con quelli del sud. Ora dobbiamo evitare che questo progetto, che è una condizione di sopravvivenza del patto di governo del centrodestra, possa portare a una assurda segmentazione delle competenze a seconda della competitività di ciascuna Regione - ha aggiunto -. E’ un delirio dal punto di vista dei principi costituzionali più rilevanti, a partire dall’articolo 3». "Stiamo cercando di ottenere la solidarietà di tutti i parlamentari e di quelle forze sociali che, pur non essendo all’interno del centrosinistra, hanno un’idea del Paese unitaria e non frammentata». 

«Fino a pochi mesi fa alle Regioni si contestavano anche i poteri che hanno oggi, ritenendo che in alcune materie, come la sanità e l’energia, avessero troppi poteri. Come si sia potuti arrivare in pochi mesi, solo per salvaguardare il patto di governo fra Lega e Fratelli d’Italia, a immaginate di svuotare i poteri del governo nazionale in favore di quello delle Regioni è un altro assurdo». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in collegamento telefonico durante l’assemblea organizzata a Bari da Cgil Puglia contro l’autonomia differenziata.
«Questo - ha aggiunto - fa capire che stiamo parlando di altro, sulla pelle della Costituzione repubblicana e sulla pelle dell’equilibrio trovato fra Stato Regioni e Comuni». Per Emiliano «l'articolo 116 della Carta costituzionale non prevede l'attuazione obbligatoria, è una possibilità. Se c'è un’opinione larga nel Paese che vuole dare maggiori poteri alle Regioni - ha detto - questo disegno di riforma costituzionale lo si può attuare con il 138, lasciando alla procedura parlamentare rafforzata di individuare i nuovi poteri in capo alle Regioni».

«I grandi assenti di questo dibattito sono i Comuni. I Comuni e le Province non si sono ancora espressi in modo chiaro. Serve che a questo grande movimento contro l’autonomia differenziata partecipino anche i Comuni, perché rischiano di essere completamente travolti da questo neo centralismo rafforzato delle Regioni». Ha continuato il presidente della Regione Puglia in collegamento telefonico. Frasi che hanno sollevato qualche mormorio in sala, vista la presenza di diversi sindaci.
«Se davvero le Regioni dovessero assumere buona parte delle 23 materie sulle quali possono richiedere di allargare i loro poteri, ai Comuni rimarrebbe ben poco e sarebbero degli organismi totalmente risucchiati dalla struttura delle Regioni», ha aggiunto Emiliano. A rispondere, a nome di tutti, è stato il sindaco di Acquaviva delle Fonti (Bari), Davide Carlucci, che dal palco ha precisato che «noi sindaci sentiamo l’esigenza di mobiliarci, siamo mobilitati su questo tema già da tre anni». «Anche l’Anci sta cominciando a prendere posizione», ha aggiunto.

«La Cgil, come spesso è accaduto sulle questioni più importanti come il Jobs Act e altri eventi di grandissima importanza, è sempre in prima linea. Quindi non è un caso che che finisca per diventare l’obiettivo di attacchi post autoritari e neo fascisti. Ricordo che isolare le singole persone o i sindacati è un fatto pericolosissimo per la democrazia - ha aggiunto -. La reazione deve essere larga e la partecipazione alla manifestazione di sabato prossimo deve essere la più grande possibile, anche accettando la partecipazione di chi forse non ha il nostro stesso orizzonte ideale, ma ha capito la minaccia che in questo momento incombe sull'Italia».

Nicola Colaianni, già magistrato della Corte Costituzionale, ha ricordato come «si possono fare autonomie nei limiti e nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 119 della Costituzione. Allora prima si fa fondo perequativo per regioni con minore capacità fiscale. È evidente che senza questo passo ci troveremmo con profonde differenze tra regioni. Se prendiamo la sanità come servizio pubblico essenziale, e leggiamo i report di Gimbe, negli ultimi dieci anni le regioni che hanno promosso le intese per l’autonomia sono ai primi posti per prestazioni fornite, quelle del Sud agli ultimi posti. Con una ulteriore beffa: la mobilità passiva che deriva da minor capacità di rispondere ai bisogni di cura, ha portato alle regioni del Nord 14 miliardi. Non è però questione di contrapposizione Nord-Sud. Siamo impegnati affinché si adempi al dovere inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Questa è la battaglia a difesa della nostra Costituzione».

VIESTI: RISCHIO CONFUSIONE TOTALE

Tra le teste d’ariete della lotta questa riforma di autonomia differenziata c’è l’economista Gianfranco Viesti, intervenuto in assemblea: “Prima di tutto ci tengo a dire che è importante che organizzazioni nazionali come la Cgil prendano posizione su questo tema che evidentemente investa tutto il Paese. Non sono un nostalgico centralista, tuttavia il decentramento va organizzato bene e quello italiano non funziona. L’organizzazione dei poteri tra Stato, Regioni e Città è secondo me uno dei motivi per cui stenta l’economia e non funzionano i servizi. C’è confusione su chi fa che cosa. Conflitti tra centro e periferia, le regioni tra loro collaborano poco, le regioni sono più importanti delle città che però sono il luogo più prossimo ai bisogni delle persone. C’è il tema delle risorse che devono essere uguali per tutti: qualità e quantità dei servizi non può dipendere dalla ricchezza dei territori. Non funziona così, nonostante lo preveda la Costituzione. Regioni che chiedono tutte le competenze di fatto vogliono costruire piccoli stati in uno stato. Uno Stato arlecchino così non esiste in nessuna parte del mondo. Autonomia differenziata non fa interesse ai cittadini del Nord, rafforza solo il potere delle classi dirigenti. Raccontiamolo a tutti i cittadini, del Nord e del Sud. «Il rischio principale per l’Italia è trovarsi in uno stato di confusione totale, nel quale non si capisce bene chi abbia il potere di fare cosa. Il rischio è maggiore per le Regioni un po' più deboli - ha aggiunto - perché hanno bisogno di politiche pubbliche ben fatte e di avere una distribuzione delle risorse come quella prevista dalla legge attuale sul federalismo fiscale, che è quasi completamente inattuata». Viesti ha precisato che «le Regioni chiedono competenze enormi tali da disfare lo Stato italiano», che «Veneto e Lombardia chiedono più soldi rispetto a quanto oggi lo Stato spende da loro» e che occorrerebbe che il provvedimento fosse «discusso tantissimo dal Parlamento, mentre si sta affermando un metodo che prevede un ruolo ancillare del Parlamento: dà un parare ma tutto il potere sta nella trattativa diretta fra Stato e Regioni».

“Dovrebbe in ogni caso materia regina dell’attività parlamentare, e invece non c’è traccia di questo. Il Parlamento è stato completamente esautorato”, ha ricordato l’onorevole Gianamauro Dell’Olio, Vicepresidente Commissione Bilancio della Camera. Pasquale Chieco, Sindaco di Ruvo e componente Anci Puglia, ha sottolineato le difficoltà dei Comuni all’atto di redazione dei bilanci: “La spesa storica ha visto gli enti con minor capacità di spesa e quindi spesa minore, di ricevere sempre trasferimenti inferiori. E così si sono costruiti i divari. Noi dobbiamo invece lavorare per rendere prima possibile tutti uguali i cittadini italiani. La questione del Lep non è affatto legata all’autonomia, i Lep sono dovuti, non è che sono una gentile elargizione in cambio della quale abbracciamo una riforma che fa al Paese quando è stato già ben spiegato”.

Pasquale Martino, dell’Anpi Puglia, ha ricordato come la lotta contro l’autonomia “fa appello a ciò che siamo come identità nazionale, di difesa della sua Costituzione e dei valori che connotano la nostra organizzazione sociale e statale, non c’è nessun meridionalismo o leghismo sudista”.

Carolina Velati è intervenuta in rappresentanza delle associazioni studentesche, sottolineando “le differenze già evidenti nel mondo dell’istruzione e del diritto allo studio di cui soffrono i nostri territori. Istruzione è elemento di democrazia e di tenuta sociale, di uguaglianza sostanziale tra i cittadini. Per questo sabato gli studenti saranno senz’altro in piazza”. Tea Dubois, della Rete delle Donne Costituenti Puglia, ha ricordato come questo impegno contro l’autonomia differenziata “è il primo positivo esito del coordinamento delle associazioni promosso in Puglia, soggettività diverse che sentono l'esigenza di un impegno civile, culturale, sociale contro questo disegno di riforma. Sono certa che le sensibilità e le esperienze che ci contraddistinguono saranno in grado di costruire una grande mobilitazione per la manifestazione di sabato ma che va anche oltre”.

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