Sabato 06 Settembre 2025 | 15:54

Don Antonio Coluccia, il prete anti-clan: «L’omertà non è un’attitudine cristiana»

 
Fabiana Pacella

Reporter:

Fabiana Pacella

Don Antonio Coluccia, il prete anti-clan: «L’omertà non è un’attitudine cristiana»

Dal Salento a Roma: parla il sacerdote che ha sfidato le mafie

Venerdì 13 Gennaio 2023, 09:44

“Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti”. Citando Martin Luther King, don Antonio Coluccia, fondatore dell’opera san Giustino a Roma, sotto scorta per aver sfidato la mafia sulle piazze dello spaccio, richiama all’ordine la sua terra d’origine, il Salento. La recrudescenza di episodi criminali, unita ai numerosi scioglimenti di amministrazioni comunali per infiltrazioni mafiose, merita una riflessione che vada però dal pensato all’agito, oltre la carta del giornale, oltre le chiacchiere. Oltre. Il fenomeno dell'incendio di mezzi ha raggiunto e superato il livello di guardia. Diventando, per l’appunto, fenomeno. Sforata la soglia dei 40 episodi in una manciata di settimane. Ad essi si aggiungano le sventagliate di colpi d’arma da fuoco verso persone e cose.

Don, è in atto un pericoloso ritorno agli anni della paura che hanno annichilito casa nostra?

“Il Salento pare essere diventato la terra dell'autocombustione. Brucia, brucia assai. Ci sono, è vero, degli episodi in numero minore rispetto alla stragrande maggioranza, che rientrano nella casistica dei dispetti a rancori personali, ma non possiamo accanto ad essi non notare l'azione della criminalità organizzata. È in atto una riorganizzazione, probabilmente dovuta al ritorno dopo aver scontato pene detentive, di numerosi personaggi che iniziano a marcare il territorio. E allora si crea rumore, caos, si lanciano messaggi chiari di presenza. Nel territorio di Casarano c’è fermento, ma non va meglio nel nord Salento. Non facciamoci ingannare, e faccio riferimento agli episodi di cui sopra, dal fatto che dietro all'incendio di un'autovettura ci siano “questioni di corna”, come spesso ho sentito dire da chi vuole liquidare la cosa. Guai a semplificare, Guai a fare finta virgola Guai a diventare preda dell'assuefazione. Perché è proprio in quel momento che prestiamo il fianco alle mafie”.

Non solo escalation di roghi, che ha portato alla riunione di due comitati in prefettura ma anche bombe carta, colpi d’arma da fuoco…

“Nel nord Salento un uomo noto alle forze dell'ordine per indagini di mafia, è stato colpito con un kalashnikov in un'area di servizio. In un altro comune hanno sparato contro due portoni e una delle vittime in precedenza aveva ricevuto un messaggio a suon di ordigno. È chiaro che c'è un nuovo subbuglio, sta tornando la paura, le forze dell'ordine lavorano senza sosta, e a loro come alla magistratura va riconosciuto un grande merito. Ma non basta questo, assolutamente. È necessario che ogni cittadino riconosca a l'esistenza della SCU. La mafia qui c’è”.

La criminalità inficia non solo la vita dei singoli obiettivi colpiti, ma quella di tutta la comunità. È d’accordo?

Nei giorni scorsi sono stato in una scuola di Galatina a parlare con i ragazzi durante un corso dedicato all'antimafia. Sono stato in un territorio che è stato assoggettato da uno dei clan più forti della SCU, il clan Coluccia. Che oltre ad aver seminato paura con i soliti metodi, ha assoggettato il territorio e influito sulla vita amministrativa di alcuni paesi limitrofi, come raccontano le operazioni di pg e l’attività di prefettura di Lecce e Ministero dell’Interno. Ecco, anche questo triste primato di scioglimenti di consigli comunali in tutta la provincia disegna in maniera chiara ed incontrovertibile, con gli altri fenomeni citati prima, sia la geografia del nostro territorio che quella della Sacra Corona. Tutto ciò deve accendere la fiamma del ribellione, del riscatto, della consapevolezza, di una nuova coscienza civile. Il crimine teme quello, la nostra voce.”

È l’omertà travestita da paura che presta il fianco alle mafie?
“L’omertà non è attitudine cristiana, lo dice anche la chiesa al punto sei del documento per vivere la legalità. Mi preoccupa che la società civile non si interroghi”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)