BICCARI - Qualcuno lo chiama il simbolo della Puglia, visto che sorge sulla montagna più alta della regione, il monte Cornacchia che raggiunge i 1151 metri sul livello del mare. Ma quel simbolo da alcuni anni è diroccato e abbandonato. Si tratta del rifugio di monte Cornacchia, appunto. Una piccola baita costruita dal Corpo forestale dello Stato nel 1975 e distrutto quasi del tutto nel 2006 da un incendio che, come appurarono le stesse guardie forestali, fu di origine accidentale e non dolosa. Qualcuno, accese il fuoco nel camino e le fiamme aggredirono il tetto in legno della struttura. La sua ricostruzione sembrava un gioco da ragazzi, ma a distanza di tre anni, il rifugio verso nel totale stato di abbandono. Siamo nel territorio di Biccari, al confine con gli agri di Castelluccio Valmaggiore, Faeto e Roseto Valfortore.
Ristrutturare Da anni il Comune di Biccari tenta di ridar lustro alla suggestiva baita dalla quale si domina tutto il Tavoliere e, nelle giornate terse, è possibile scorgere persino le isole Tremiti. Insomma, un panorama mozzafiato. E quel rifugio, proprio per la sua posizione strategica, nel corso dei decenni, ha attirato centinaia di escursionisti, amanti delle bellezze della natura, seppur il paesaggio dell’area di monte Cornacchia è mutato negli ultimi anni per la presenza delle torri eoliche.
Niente soldiMancano i soldi, nonostante la spesa necessaria per rimettere a nuovo la struttura non è poi tanto eccessiva. Lo diceva l’ex sindaco di Biccari, Giovanni Picaro e lo conferma l’attuale primo cittadino, Gianfilippo Mignogna, eletto poco più di due mesi fa. Con l’arrivo dell’estate e del caldo, la questione è tornata alla ribalta.
Una soluzione E proprio in questi giorni il neo sindaco tenta di trovare una soluzione che non riguarda soltanto la piccola baita, ma anche la strada che consente di raggiungere il tetto della Puglia. I soldi necessari per ristrutturare la casetta, in un primo momento, erano stati programmati attraverso le risorse messe a disposizione da Area Vasta, ma la Regione ha ridimensionato gli interventi. Pertanto, questa soluzione sembra destinata a tramontare. La Regione, però, rimane il primo referente chiamata a finanziare la ricostruzione del rifugio.
Associazione equestre “Insieme ad un’associazione equestre di Foggia, che fin dal primo momento ha mostrato interesse affinché il rifugio tornasse al suo splendore, stiamo mettendo a punto delle iniziative da sottoporre all’attenzione della Regione Puglia, che, purtroppo, fino ad oggi ha mostrato scarsa attenzione verso il problema. Intanto, i primi interventi tampone li abbiamo fatti noi per migliorare al men peggio la strada che conduce al rifugio.
La strada Una strada che, a causa delle abbondanti piogge dell’aprile scorso, era diventata impraticabile”, spiega il sindaco Mignogna. E se manca la strada, come risollevare le sorti di un piccolo paradiso che resta in abbandono?
















