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Un centinaio di milioni l'anno in meno
la riduzione per le spese della Difesa

 
Gaetano Campione

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Gaetano Campione

Un centinaio di milioni l'anno in menola riduzione per le spese della Difesa

Dalla bozza definitiva emergono i tagli a partire dall'anno prossimo

Martedì 06 Novembre 2018, 22:23

Secondo la Rivista italiana difesa dalla bozza definitiva di legge di Bilancio 2019, le spese militari verranno ridotte di 60 milioni di euro l'anno a partire dal 2019 e di ulteriori 531 milioni di euro nel periodo 2019-2031. In questo secondo caso si tratta degli stanziamenti per la Difesa previsti dal fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese (il cosiddetto “fondone”), attivato dalla legge di Stabilità 2017 (Art. 1 Comma 140). Ricordiamo che per la Difesa il “fondone” - che copre l’arco temporale compreso tra il 2017 ed il 2033 – prevede ad oggi un totale di 9,3 miliardi di euro: 3,5 miliardi a valere sul bilancio del MiSE ed i restanti a valere sul bilancio ordinario della Difesa. Nel complesso, dunque, si tratta di una riduzione di un centinaio di milioni all'anno. Il "fondone" già quest'anno aveva consentito l'avvio di alcuni nuovi programmi di acquisizione fondamentali per le Forze Armate come, per esempio, la nuova nave da soccorso sommergibili, il missile antinave-land attack TESEO MK2/E e gli elicotteri ad autonomia estesa per le forze speciali.

Intanto, sull'argomento tagli, si registra una nota del sottosegretario alla Difesa, Raffaele Volpi: "Decidere su cosa risparmiare non è mai facile, specialmente nel campo della Difesa, in cui l’adeguatezza dei mezzi e degli equipaggiamenti dei nostri soldati sono funzione sia della mutevolezza degli scenari sia delle missioni. Un piano di razionalizzazione della spesa che vada al di là del sacrificio di qualche infrastruttura richiede una riflessione. Non solo sul ruolo delle nostre Forze Armate ma anche sulla competitività delle nostre industrie nel panorama mondiale della sicurezza e della difesa". L'esponente politico così conclude: "Infatti , la discontinua alimentazione delle risorse agli investimenti che riguardano anche programmi multinazionali già avviati, ha effetti condizionanti non solo sull’efficienza dello strumento militare ma anche sulla produzione delle nostre aziende e sulla loro capacità di costituire importanti partnership internazionali per la ricerca e lo sviluppo di soluzioni sempre più innovative". Per Volpi "è necessaria una riflessione sul ruolo del Paese negli scenari internazionali e sulla missione che si vuole affidare alle Forze Armate. Senza questa sintesi fondamentale, non è possibile discriminare ciò che serve da ciò a cui si può rinunciare. Alla luce delle conclusioni del recente Consiglio Supremo di Difesa si tratta di un esercizio ormai indifferibile".

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