A Putignano le campagne elettorali non finiscono mai e a volte hanno come protagonisti le stesse cordate, gli stessi gruppi di pressione, le stesse famiglie. Tutto legittimo, per carità fino a prova contraria. A giugno i putignanesi hanno eletto un nuovo sindaco, Michele Vinella, rampollo di una delle famiglie di imprenditori più note, domenica prossima si riaprono le urne ma questa volta per eleggere il nuovo consiglio di amministrazione (più collegio sindacale e collegio dei probiviri) della Banca di credito cooperativo di Putignano, vaso di porcellana tra due vasi di ferro come le Bcc di Castellana Gotte e Conversano che possono vantare una militanza, soci, capitali e utili consistenti.
La Bcc di Putignano è la più piccola cassa di credito cooperativo d’Italia ma ha buoni numeri e una capacità di erogare credito prevalentemente ai propri soci, secondo il principio della mutualità che in una piccola realtà come Putignano (un tempo soprannominata la Milano del Sud, oggi in piena crisi demografica, di imprese e abitanti passati, questi ultimi, dai 28.140 nel 2001 agli attuali 25.816) le consegna un potere non solo economico ma anche di moral suasion, di autorevolezza rilevante in virtù del quale riesce ad orientare scelte e comportamenti anche in ambiti diversi. In questa cornice succede che in prima linea e dietro le quinte si muovano gli stessi promoter, le stesse personalità influenti ma poco visibili, titolari di un potere che deriva dal prestigio personale, dalla posizione sociale, dalle conoscenze e dalla capacità di convincimento. In gioco ci sono interessi legati alla gestione di un potere economico
I numeri della Bccp sono buoni, dicevamo. Nell’ultima comunicazione ai soci il presidente uscente l’avvocato Alessandro Mele ha spiegato come: «La trimestrale di settembre ha fatto registrare un utile netto di oltre 700 mila euro per cui è prevedibile che a fine anno si possa oltrepassare la soglia di 1 milione di euro di utili. Unitamente alla robustezza patrimoniale, tutti gli indicatori sono in perfetto equilibrio, tutti i semafori sono verdi, le masse amministrative sono in crescita come pure il numero dei soci che oramai è prossimo alle 1800 unità».
Mele è alla guida della banca quasi da sempre e non ha nessuna intenzione di passare la mano. Il suo nome è in cima ad una lista di imprenditori e professionisti che si candidano a comporre il nuovo consiglio di amministrazione. Con lui per il consiglio di amministrazione sono in lizza Mauro Gianfranco Bisceglia, Genny Liuzzi, Carmela Curci e Claudia Palazzo. Ambiscono ad entrare nel collegio sindacale Elisabetta Maria Raimondi, Pietro Lerede, Ambrogio Pugliese, Rosaria Adone, Filippo Polignano. Proposti per il collegio dei probiviri sono, invece, Donato Intonti, Salvatore Pataleo, Giuseppe Recchia, Gianni Simone e Daniele Troiano.
La gestione Mele non ha soddisfatto tutti e nell’ultimo anno è cresciuto un partito degli oppositori che ha presentato le sue candidature. Presidente, se vinceranno gli oppositori, sarà Michelangelo Vinella, stimato imprenditore di lungo corso. Aspirano ad entrare nel nuovo consiglio di amministrazione Elisabetta Belviso (mamma del neo sindaco Vinella), Giuseppe Rosario Carmine Plantamura, Maria Stefania Sabatelli, Giuseppe Dalena, Giuseppe Bianco e Valentino Mangini (questi ultimi due supplenti). Gli aspiranti componenti del collegio sindacale sono Luigi Cosma Vippolis, Maria Ferranti, Sigismondo Sannazzaro, Pietro Gonnrella e Lorenza Netti. Per le poltrone dei probiviri sono in lizza Donato Intini, Salvatore Pantaleo, Giuseppe Recchia, Gianni Simone e Daniele Troiani.