I Parchi e le Aree protette costituisco un patrimonio unico e prezioso da vivere e da tutelare. Ogni anno il 24 maggio si festeggia la Giornata europea dei Parchi e un po’ ovunque si rinnova l'iniziativa della Federazione europea dei Parchi per ricordare il giorno in cui, nel 1909, venne istituito in Svezia il primo parco nazionale in Europa. Attualmente iscritti nell'Elenco ufficiale delle aree naturali protette (Euap) sono 26, occupano circa il 6% del territorio nazionale e rappresentano i più importanti serbatoi di biodiversità con il compito di preservare paesaggi, formazioni geologiche, flora, fauna o ambienti marini.
La tutela ambientale nei parchi nazionali e nelle aree naturalistiche in Italia è affidata ai Carabinieri Tutela Forestale e Parchi (che fanno parte del Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari istituito nell’Arma dei Carabinieri nel 2016 all’epoca dell’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato), comandati a livello nazionale dal generale di divisione Nazario Palmieri, un pugliese doc (è originario di San Nicandro Garganico).
Generale Palmieri, in Puglia, il ruolo dei Carabinieri Forestali è particolarmente importante: una terra che può vantare ben due parchi nazionali. Qual è la situazione del tacco d’Italia? Che criticità ha riscontrato?
«I Parchi Nazionali del Gargano e dell’Alta Murgia tutelano un patrimonio naturalistico e culturale di inestimabile valore. Il Parco del Gargano protegge una eccezionale concentrazione di habitat, che vanno dalle coste alte e rocciose, ai valloni del versante meridionale, ricchi di specie rare ed endemiche di piante ed animali, alle faggete della Foresta Umbra ricche di esemplari plurisecolari, alle pinete mediterranee di pino d'Aleppo, specie arborea della quale il Parco ospita uno dei pochi nuclei nazionali sicuramente riconosciuti come autoctoni. Dal punto di vista faunistico l'eccezionalità delle foreste del Gargano è data dalla presenza, ad esempio, del raro capriolo italico. Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia tutela un paesaggio suggestivo costituito da un altipiano calcareo ricco di emergenze geologiche uniche. È una delle aree a prateria e pascolo più vaste d'Italia con una vegetazione erbacea che richiama habitat di steppa ormai perduti in gran parte del nostro continente. Tali ambienti ospitano una fauna particolare come ad esempio il falco grillaio. Non meno prezioso è il popolamento umano dell’altopiano dove i segni della storia emergono dal sottosuolo. Pertanto i parchi nazionali pugliesi rappresentano tutt’oggi a pieno titolo dei capisaldi della conservazione della biodiversità del nostro Paese. Purtroppo le criticità non mancano: in primo luogo la piaga degli incendi boschivi che deve essere considerato un vero e proprio fenomeno criminale. Una ulteriore criticità può essere evidenziata in forme di turismo e di fruizione della Natura che in modo poco responsabile mettono in pericolo specie e ambienti preziosi».
Qual è invece la situazione in Basilicata che, invece, può vantare due parchi nazionali e tre parchi regionali?
«In Basilicata e in tutto il territorio nazionale il Comando Tutela Forestale e Parchi esercita nei Parchi Nazionali, con appositi Nuclei Cc Parco specializzati, una doppia competenza: funzioni di polizia e di supporto tecnico alla gestione. Nelle aree protette regionali invece i Nuclei CC Forestali competenti per territorio hanno solo funzioni ordinarie di sorveglianza. Il Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese, istituito nel 2007 è in ordine cronologico, il penultimo parco italiano ad essere stato istituito. Il Parco Nazionale del Pollino è invece l’area protetta più estesa d’Italia. Il Parco è situato al confine tra due regioni, Basilicata e Calabria, e il suo simbolo iconico è il pino loricato, una specie arborea che nel nostro Paese sopravvive soltanto sulle balze calcaree del massiccio. All’interno del perimetro del Parco sono ricomprese 4 Riserve Naturali Statali. Due formazioni vetuste di faggio del Parco del Pollino, unitamente alla già citata Foresta Umbra nel Parco del Gargano, hanno recentemente avuto il prestigioso riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Unesco».
Generale, un messaggio per noi che viviamo e lavoriamo in un Paese così bello, che va non solo amato ma soprattutto salvaguardato e difeso
«L’ambiente si difende non solo con l’applicazione rigorosa della legge ma anche e soprattutto con gli strumenti del dialogo, della conoscenza e della cultura. Premetto che i reparti Cc Parco nei 4 Parchi Nazionali delle regioni Puglia e Basilicata durante lo scorso anno 2023 hanno operato 50.333 controlli, contestato 1.415 sanzioni amministrative per un importo totale di 543.468 euro e sono state denunciate penalmente 213 persone. Ritengo che il nostro territorio e in particolare le nostre aree protette siano tesori inestimabili che richiedono un rigoroso rispetto delle finalità che sono alla base dell’istituzione dei Parchi: la conservazione di specie animali e di associazioni vegetali, di comunità biologiche, di valori scenici e panoramici. Non devono altresì essere trascurati i servizi e i benefici forniti dalle nostre aree protette in termini di mantenimento dei processi naturali con particolare riferimento agli equilibri idraulici e idrogeologici. Non viene ricordato a sufficienza che le falde dalle quali prendiamo l’acqua per i nostri campi e le nostre città proviene in massima parte dai territori delle aree protette. Salvaguardare quindi i terreni e i boschi dei Parchi dagli inquinamenti, dagli usi sconsiderati dei suoli e dagli interventi che producono dissesti significa anche tutelare il nostro futuro e quello delle prossime generazioni. L’Arma dei Carabinieri oggi prosegue sul cammino della vicinanza alle popolazioni residenti nelle aree protette con l'applicazione della legge ma anche il dialogo con le realtà territoriali ed istituzionali locali, per favorire l'affermazione di un nuovo modello di sviluppo rispettoso del patrimonio naturale a cui l’Arma Forestale contribuisce in maniera determinante anche nel nuovo assetto istituzionale con l’azione di vigilanza e sorveglianza per promuovere l’affermazione della cultura della legalità preludio di un sviluppo sostenibile e duraturo in territori a volte marginali e isolati».