BARI - Ancora fumata nera per la nuova giunta regionale pugliese. Il governatore Michele Emiliano in questi giorni ha incontrato esponenti politici e della società civile in vista del «cambio radicale» richiesto dal Pd, o dell’azzeramento reclamato in un primo tempo da Si. Dopo l’iniziale previsione di sostituzione degli assessori dimissionari e del cambio dei due assessori tecnici, da Roma ci sono state pressioni per rendere il rimpasto più corposo, con un quinto innesto. Nel frattempo si allargato il solco che separa l’esperienza pugliese dai 5S: un ritorno in giunta dei grillini, a questo punto, potrebbe essere una possibilità da non prendere in considerazione, anche per la durezza con cui il capo del Movimento, Giuseppe Conte, ha rimarcato la sua presa di posizione (ovvero l’uscita dall’esecutivo dei suoi). Se ne riparlerà dopo le europee?
Le caselle da integrare risulterebbero, allo stato, quelle del Welfare (lasciata libera dalla 5S Rosa Barone), dei Trasporti (dopo le dimissioni di Anita Maurodinoia per l’inchiesta sul voto di scambio), della Sanità e dell’Ambiente (se verranno ritirate le deleghe a Rocco Palese e Anna Grazia Maraschio), nonché della Cultura (dopo il passo indietro della grillina Grazia Di Bari). È ci sarebbe anche una riflessione sull’assessorato al Turismo, guidato da Gianfranco Lopane, della lista Con (finora blindato dallo stesso Emiliano e dai dirigenti del movimento civico). Resta sempre in pole per l’ingresso nell’esecutivo la consigliera regionale dem Debora Ciliento (potrebbe andare alla Cultura e alla legalità), nell’ambito di un rilevante ridisegno delle varie deleghe.
In un percorso di rafforzamento della maggioranza consiliare, traballante dopo gli smottamenti giudiziari (la Maurodinoia è nel misto, con Mazzarano e Caracciolo, mentre l’ex Con Tupputi contesta la linea del suo movimento e i 5S sono all’opposizione), il provvedimento della giunta che dispone la rotazione dei dirigenti regionali nell’arco del triennio appare una mano tesa ad Azione, che con il segretario regionale Fabiano Amati, aveva auspicato una «rotazione immediata nei settori sensibili». La delibera «ha inteso rendere più stringente la rotazione dei dirigenti delle sezioni ad alto rischio di corruzione, riducendo il termine degli incarichi da tre anni prorogabili di altri tre, a tre anni prorogabili di altri due». Per soddisfare in pieno l’auspicio dei calendiani ci dovrebbero però essere interventi sia sui dirigenti che sui vertici delle Asl. Del resto Azione - pur in maggioranza - rivendica la propria autonomia. E non a caso aveva votato contro rispetto alla scelta vidimata da Loredana Capone di rinviare il Consiglio odierno per l’assenza di cinque consiglieri del Pd. Amati ha poi ribadito alla «Gazzetta» che nell’ultima riunione di maggioranza aveva reclamato l’applicazione delle leggi che consentono di abbattere liste d’attesa e sanzionano gli eventuali inadempimenti dei direttori generali delle Asl.
A margine della giunta, Emiliano si soffermato con gli assessori sul tema rovente del rimpasto. Rocco Palese, ancora una volta, ha rimesso il suo mandato nelle mani del presidente, che ha cercato la condivisione possibile di questo passaggio, che sarà definito entro questa settimana. Amaro il commento dell’assessore civico Gianni Stea: «Non comanda qui Elly Schlein. In Puglia abbiamo vinto per le liste civiche. Con qualche forzatura si corre il rischio di scombussolare un delicato mosaico».