Sabato 06 Settembre 2025 | 22:43

Il rebus delle assicurazioni preoccupa gli agricoltori: i ritardi del ministero faranno esplodere i costi

 
Massimiliano Scagliarini

Reporter:

Massimiliano Scagliarini

Il rebus delle assicurazioni preoccupa gli agricoltori: i ritardi del ministero faranno esplodere i costi

Protette produzioni per 494 milioni (280 nel Foggiano). Sono soprattutto uva e cereali

Mercoledì 14 Febbraio 2024, 09:56

La campagna agricola 2024 potrebbe essere la prima in cui i produttori si ritroveranno senza coperture assicurative, un paracadute in caso di avversità meteorologiche. Eventi che sono sempre più frequenti e sempre più distruttivi. E la colpa, stavolta, non è soltanto delle compagnie quanto anche (secondo qualcuno soprattutto) dei ritardi e delle incertezze del ministero. Un problema pesantissimo al Nord ma molto sentito anche in Puglia.

Nel 2022 (ultimo dato disponibile, riportato nel rapporto Ismea) i valori assicurati in agricoltura hanno toccato il picco di 9,6 miliardi ovvero circa un quarto della produzione nazionale. Due anni fa la tariffa si aggirava sul 10% del valore assicurato. Quest’anno per le colture vegetali si arriva anche al 15%, il 50% in più, ammesso però di trovare una compagnia disponibile ad assumersi il rischio. Perché? Per due motivi fondamentali. Il primo è che lo scorso anno, per via delle tante grandinate e degli alluvioni, le compagnie hanno pagato 120 euro per ogni 100 euro incassati: da qui i rincari già preannunciati. Il secondo motivo è che non è ancora stato emanato il Piano di gestione dei rischi in agricoltura per il 2024, e non c’è accordo sull’utilizzo del fondo (Agricat) per la copertura dei rischi climatici. Se lo Stato non metterà abbastanza soldi, in sostanza, oltre ad alzare i prezzi le compagnie potrebbero battere in ritirata e non sottoscrivere le polizze.

Il punto è anche qui duplice. Lo Stato dovrebbe restituire agli agricoltori una quota dei premi versati, ma il contributo stanziato è molto basso (228 milioni nel 2022, 295 nel 2023) e copre sulla carta solo il 30-40% dei premi. Il fondo Agricat dovrebbe poi intervenire in caso di catastrofi (alluvioni) con altri 350 milioni l’anno, ma ministero e compagnie litigano per stabilire a chi spetti pagare i sinistri per primo: al fondo o alle compagnie? Siccome i soldi sono pochi (secondo punto) lo Stato sta chiedendo alle compagnie di mettere un tetto agli indennizzi anche a prescindere dalle franchigie (che per la grandine sono già molto alte): ma in questo modo le polizze potrebbero diventare ancora più antieconomiche, e non solo per i contraenti.

Un terzo del valore di produzione assicurato riguarda l’uva da vino, poi ci sono la frutta fresca (in primis le mele) e gli ortaggi. La maggior superficie assicurata è quella a cereali davanti all’uva da vino. In questo contesto si innesta il caso particolare della Puglia, che sul fronte delle produzioni è sesta in Italia con 494 milioni di valore assicurato (il 6,9% del totale nazionale): Foggia è la prima provincia meridionale, sesta a livello nazionale con quasi 280 milioni di valore assicurato. In cinque anni in Puglia la copertura è salita dal 3,8% all’11% del valore prodotto: a livello di superficie parliamo di appena 55mila ettari di campagne assicurati su oltre 1,2 milioni. Ad assicurarsi sono i grandi produttori di vino e i cerealicoltori. Gli altri fanno affidamento su contributi pubblici e stato di calamità. Anche qui, però, la situazione è in chiaroscuro. Nel Psr 2014-2022 la Puglia aveva stanziato appena 49 milioni per la copertura dei rischi, e seppure risulti ad oggi quella con la maggior spesa rendicontata a livello nazionale, parliamo comunque di numeri piccolissimi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)