Basilicata, abbattimento cinghiali: sì al piano regionale. Si potranno eliminare 5.600 esemplari
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Melfi
11 Marzo 2018
Francesco Russo
MELFIC’è chi sostiene che avverrà entro l’estate. C’è chi pensa, invece, ai primi di settembre. Ma la sostanza cambia poco, perché la Punto fra pochi mesi non verrà più prodotta. Circostanza, questa, che potrebbe avere ripercussioni negative nello stabilimento Fca-Sata di Melfi.
Intanto iniziano a circolare indiscrezione rilanciate dai segretari regionale Uil Carmine Vaccaro e Uilm Marco Lomio. La «piccola» Fiat potrebbe essere sostituita da un Suv compatto a marchio Alfa Romeo creando una specializzazione in «crossover» per la fabbrica lucana. Si tratterebbe dell’erede della «MiTo» che accentuerebbe il carattere di sportività collocandosi su un segmento di mercato appetibile. Ma al momento si tratta solo di insiscrezioni anonime e qualcosa di più certo si potrà sapere solo con la presentazione dle piano quinquennale del gruppo prevista per il prossimo 1 giugno. E bisognerà anche capire, nel caso, quali saranno i tempi di messa in produzione.
Cosa fare in attesa del nuovo modello? Cosa succederà ai nuovi assunti, quelli con il contratto a tutele crescenti previsto dal «jobs act» dell’ex premier Matteo Renzi? Parliamo di 1.800 giovani lavoratori, il cui numero potrebbe essere ridimensionato. Ma c’è anche la questione degli operai assunti in somministrazione: nell’indotto ce ne sono un migliaio, ed almeno in 500 potrebbero non vedersi più rinnovato il contratto.
Della questione si parla spesso nelle ultime settimane, a livello sindacale e istituzionale. C’è chi lancia appelli o propone soluzioni. Una settimana fa, nel direttivo regionale della Fismic Confsal a Melfi, in vista delle prossime elezioni (da lunedì 12 al 17 marzo) per il rinnovo delle Rsu, era intervenuto il segretario generale del sindacato, Roberto Di Maulo, soffermandosi sul prossimo futuro dei lavoratori di Fca. «La produzione Punto – aveva commentato il leader Fismic - continuerà fino a tutta l’estate, seppur non a ritmo costante, ma comunque garantendo ai lavoratori la maturazione dei ratei e quindi con la migliore salvaguardia possibile della retribuzione. Successivamente - ha proseguito - è prevedibile che si debba aprire un confronto con l’azienda che, auspichiamo, possa prevedere l’utilizzo dei contratti di solidarietà che scongiuri la dichiarazione di oltre mille esuberi».
«La situazione - dice Marco Lomio, segretario regionale della Uilm - è sempre la stessa: aspettiamo con ansia il piano industriale del primo giugno, che dovrà prevedere sicuramente un nuovo modello per Melfi, stabilimento che per la sua alta produttività e per quello che ha rappresentato è un punto cardine del gruppo. Non sono preoccupato, in realtà - evidenzia - della perdita occupazionale, perché per come è stata impostata con gli investimenti degli ultimi anni, la fabbrica di Melfi senza i suoi 1800 giovani dovrebbe essere addirittura dismessa. Attraverseremo sicuramente - ammette Lomio - un periodo non felice, ma sono fiducioso».
In Basilicata, insomma, l’attenzione del sindacato è concentrata sul futuro della linea Punto, modello da tempo in discesa produttiva. Per il segretario regionale della Fim-Cisl, Gerardo Evangelista «il 2018 è l’anno giusto per investire sul dopo Punto portando a Melfi quello che chiediamo da tempo: un modello con motorizzazione ibrida e dotato delle più avanzate tecnologie di guida per conquistare fette di mercato nuove. C’è la necessità - ribadisce - di dare in tempi brevi un nuovo prodotto che saturi gli impianti e garantisca le piena occupazione. Il fine ciclo della Punto, però - aggiunge Evangelista - potrebbe comportare la necessità di utilizzare gli ammortizzatori o altre tipologie necessarie per gestire la fase dello stop della produzione riducendo l’impatto negativo».
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