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Basilicata, dalle mucche nelle stalle il biogas per non pagare bollette da suicidio

 
Massimo Brancati

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Massimo Brancati

Basilicata, dalle mucche nelle stalle il biogas per non pagare bollette da suicidio

La regione sempre più «green»: sperimentazione già riuscita in Val d’Agri

Mercoledì 06 Aprile 2022, 10:12

10:13

VAL D'AGRI - Solo pochi giorni fa agricoltori ed allevatori  hanno manifestato  a Scanzano Jonico contro il caro-energia che incide pesantemente sui costi aziendali. Bollette da capogiro per riscaldare stalle, aziende, serre, con aumenti nell’ultimo bimestre sino al 60%. Ma gli agricoltori proprio a Scanzano hanno riaffermato la volontà di  dare il loro contributo alla transizione verde ed energetica e a concorrere alla riduzione della dipendenza dall’estero. Far diventare gli agricoltori «produttori di energia alternativa», attraverso la realizzazione di mini-impianti (eolici, fotovoltaici, biomasse, idroelettrici, da processi agronomici) innanzitutto per l’auto-approvvigionamento delle aziende agricole – sottolinea Donato Distefano, direttore Cia Potenza-Matera - resta la nostra missione.  L’obiettivo centrale per la Cia lucana è  l’istituzione del Distretto regionale agro-energetico per rendere competitive e a maggiore redditività il sistema delle Pmi, specie quelle agricole».

Con circa 345.000 ettari di superficie boscata, la Basilicata rappresenta un’opportunità per le biomasse legnose (legna da ardere; pellet, vale a dire segatura compressa; cippato, scagliette di legno) che sono la prima fonte di energia rinnovabile in Italia, pari al 34%: seguono l’idroelettrico (18%), le pompe di calore (12%), il fotovoltaico (9,5%) e l’eolico (6,7%). È questo il passo che il mondo agricolo vuole fare verso la transizione energetica e lo sviluppo «green».

Adesso la novità è il decreto del ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, che fornisce le direttive necessarie all'avvio della misura «Parco Agrisolare». Alla misura sono dedicate risorse pari a 1,5 miliardi di euro, con il 40% riservato al finanziamento di progetti da realizzare nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.  La Regione Puglia ha già attivato un’ulteriore misura in questa direzione. Per la Cia obiettivo degli incentivi  è sostenere gli investimenti per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, escludendo totalmente il consumo di suolo, tramite l'erogazione di un contributo che potrà coprire anche i costi di riqualificazione e ammodernamento delle strutture, con la rimozione dell'eternit e amianto sui tetti (ove presente) e/o migliorando coibentazione e areazione anche al fine di contribuire al benessere degli animali. Si dà cosi avvio alla diversificazione delle fonti energetiche, spingendo sulle rinnovabili, che rappresentano un elemento centrale per ridurre i costi dell'energia sostenuti dalle aziende del settore. L’intervento, che rientra nel Pnrr con le risorse per la misura «Parco Agrisolare», prevede di installare pannelli fotovoltaici sulle coperture degli edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, per una superficie complessiva pari a 4,3 milioni di mq per 0,43 GW.

Secondo Cia, si tratta di un’occasione unica sia per accrescere la sostenibilità e l’efficienza energetica del settore primario, sia per contenere i costi in una fase in cui le bollette energetiche mettono a rischio la tenuta delle imprese, tra l’altro non intaccando minimamente i terreni agricoli necessari alle coltivazioni.

«LE MIE MUCCHE MI REGALANO GAS E LUCE»

È stato lungimirante. Alla luce di quello che sta accadendo oggi, con l'energia pagata a peso d'oro per effetto del conflitto Russia-Ucraina, il suo investimento è da considerare assolutamente vincente: un impianto a biogas da 60 kilowatt che oltre a rendere autosufficiente la sua azienda zootecnica consente di immettere un surplus di energia nella rete Gse da cui ricavare interessanti introiti mensili. L'allevatore Giuseppe De Marco, che a Viggiano possiede una stalla con 450 capi da latte, è un modello da seguire per potersi smarcare sempre più dai «capricci» del mercato globale e mettersi al riparo da crisi come quella attuale. De Marco ha messo in piedi un sistema sostenibile sotto tutti i punti di vista, ambientale ed economico, tracciando un solco lungo il quale, si spera, possano incamminarsi gli agricoltori della Basilicata.

Quando ha avuto l'idea di questo impianto?
«Oltre un anno fa. Avendo a disposizione tanti animali, con tutto il letame che ne deriva, ho pensato che fosse una buona idea per risparmiare. E infatti riesco a produrre più di quello che mi serve, anche perché la corrente non la utilizziamo durante tutto il giorno, ma solo quando c'è la mungitura oppure la pulizia del bestiame».

Quanto ricava da questo sistema?
«Mensilmente fatturo a Gse circa 7mila da cui, però, vanno scorporati circa 2.500 euro che paghiamo all'Enel. Si effettua una sorta di compensazione perché noi siamo tenuti ad acquistare dai fornitori, non possiamo prelevarla autonomamente dagli impianti».

Le risulta che ci siano altri allevatori con impianti di biogas?
«In Val d'Agri ce ne sono altri quattro oltre al mio. Qualcuno anche più grande, di 100 Kilowatt, ma so che non riescono a mandarlo a pieno regime perché gli animali a disposizione sono pochi».

Consiglierebbe a un suo collega di investire nel settore?
«Assolutamente sì. L'investimento, però, è un po' oneroso: per costruire l'impianto ho speso 420 mila euro».

Ha ricevuto fondi pubblici?
«No, ho fatto tutti di tasca mia. La banca ha accettato il prestito perché sa che il mutuo, alla fine, lo riesci a pagare. Lo considerano un buon investimento. Ci si aspettava qualcosa dalla Regione ma non è arrivato nulla. Per quanto mi riguarda, sono contento di aver fatto tutto prima di questo caos, altrimenti oggi chissà quanto mi sarebbe costata la bolletta».

Abita vicino al suo allevamento?
«Sì».

Quindi dall'impianto a biogas trae energia anche per la casa?
«Il sistema mi consente di avere acqua calda e riscaldamento. Per la luce ho già i pannelli solari che mi consentono di essere autonomo».

Ha pensato proprio a tutto. Possiamo definirla un agricoltore completamente “green”?
«Bella definizione. In fondo è proprio quello a cui puntavo, cioé avere a disposizione l'energia necessaria ma senza impattare sull'ambiente e, diciamolo pure, sulle tasche».

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