«La nostra opposizione netta alla localizzazione del deposito in Basilicata, si basa anche su solide motivazioni scientifiche, che riguardano le caratteristiche e le vocazioni dei nostri territori": lo ha detto il presidente della Regione, Vito Bardi, riferendosi all’area fra Genzano di Lucania, Acerenza, Oppido Lucano (Potenza) e Irsina (Matera), dove «la Sogin ha individuato sette zone classificate nella categoria C (aree in zona sismica 2) della carta dei siti potenzialmente idonei alla localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti nucleari».
Il governatore lucano ha poi evidenziato il lavoro svolto dal gruppo di lavoro sulla «struttura antropica», uno dei cinque istituiti presso il Dipartimento Ambiente della Regione «per formulare - è scritto in un comunicato diffuso dall’ufficio stampa della Giunta lucano - le osservazioni tecniche che saranno inviate all’inizio di marzo per motivare la ferma opposizione della Regione ad ogni ipotesi di insediamento in Basilicata del deposito dei rifiuti nucleari». Nei giorni scorsi il gruppo di lavoro si è riunito con i sindaci ed i rappresentanti dell’Ordine degli agronomi di Matera, dell’Apt, delle Soprintendenze paesaggistica ed archeologica del Mibact, dell’Unibas, con i consulenti che si occupano del Piano paesaggistico regionale ed i funzionari del Dipartimento Agricoltura della Regione.
«Ringrazio - ha aggiunto Bardi - i nostri tecnici ed i rappresentanti di tutte le istituzioni, degli ordini professionali e del tessuto associativo che ci stanno supportando in queste ore. L’attività dei gruppi di lavoro prosegue in un rapporto trasparente e proficuo con i territori, e credo che saremo in grado di produrre osservazioni molto ben curate e approfondite su tutti i siti indicati dalla Sogin e sui vari aspetti tematici. Osservazioni che - ha concluso il presidente della Regione - rafforzano il nostro no chiaro e forte a qualunque ipotesi di ubicazione in Basilicata di una simile realizzazione».