BERNALDA - Gli basta un soffio per trasformare una bolla incandescente in una vera e propria opera d’arte. Il soffio magico è di Pierpaolo Sarubbi che mago non è, ma un artigiano, l’unico in Basilicata a portare a vanti l’antica arte del vetro soffiato, scoperta dai Fenici e sopravvissuta fino ai tempi odierni. Ad insegnargliela il padre nel laboratorio, divenuto ormai officina, di Bernalda, in provincia di Matera. Nell’azienda di famiglia, Pierpaolo dà forma agli oggetti in vetro più disparati: dal vasellame, ai soprammobili, fino ai contenitori utilizzati nei laboratori, nell’attesa che ad aiutarlo ci siano presto i suoi figli a cui non vede l’ora di insegnare quanto appreso da ragazzo. La tecnica non è semplice e segue degli step ben precisi, indispensabile è l’ utilizzo di una lunga canna; è soffiando al suo interno che infatti l’artigiano riesce a modellare il grumo di vetro fuso che si espande proprio col soffio e prende forma , grazie anche ai diversi riscaldamenti cui viene sottoposto. Altrettanto complicato è lavorare avendo ben in mente il manufatto da realizzare, costantemente alle prese con le alte temperature che servono a scaldarlo. «Si tratta di un mestiere un po’ difficoltoso - ammette Pierpaolo - bisogna essere precisi ed attenti perché si lavora con il fuoco e le alte temperature sia d’estate che d’inverno e, ovviamente, occorre avere tanta tanta pazienza». Una dote quest’ultima, evidentemente scritta nel dna dell’artigiano e corredata da una tecnica affilata col tempo. «Il nostro laboratorio è nato negli anni Ottanta - racconta l’artigiano - è stato mio padre ad avviarmi al lavoro insegnandomi tutti i segreti di quest’arte così antica, poi - continua - negli anni assieme ci siamo evoluti e perfezionato le fasi di lavorazione». Un mestiere che tuttavia è a forte rischio estinzione in Basilicata; Pierpaolo è infatti l’unico artigiano della regione a lavorare il vetro soffiato e, non esistendo sul territorio, al pari di altre realtà, come quella veneziana di Murano, un vero e proprio distretto a tutela della lavorazione, l’unica speranza è che la tradizione di famiglia continui con l’aiuto delle nuove generazioni. «È senza dubbio più facile imparare a soffiare il vetro quando si è più giovani - precisa Pierpaolo - perché sono diverse le capacità manuali ed i tempi di apprendimento». La questione di fondo, resta ancora il valore che si attribuisce al lavoro manuale. «In Italia c’è un problema culturale che non consente di attribuire all’artigianato il giusto valore», conclude Pierpaolo.

A Bernalda resiste un pizzico della tradizione di Murano
Venerdì 03 Febbraio 2023, 09:28