Il gip del Tribunale di Matera ha disposto la riapertura delle indagini sulla morte di Antonio Pirretti accogliendo l’istanza dei congiunti, Angela Rosa Dattoli e Tiziana Pirretti, dopo la richiesta di archiviazione proposta dalla Procura della Repubblica di Matera. Ad annunciarlo è la stessa famiglia Pirretti in una nota diffusa agli organi di stampa.
«Antonio Pirretti è deceduto la mattina del 7 febbraio 2025, alle ore 7.45 circa, presso l’impianto di depurazione dello stabilimento di Ferrandina, gestito dalla Soteco, mentre effettuava la consueta pulizia della vasca di contenimento delle acque reflue - è evidenziato nel testo -. È stato un collega di lavoro a trovarlo intrappolato nel macchinario che, come accertato già quello stesso giorno dall’esperto dell’Azienda sanitaria di Matera (Asm) nominato dal pubblico ministero, era privo della protezione dell’organo lavoratore in movimento, mancava cioè la grata o comunque un sistema di sicurezza idoneo a impedire il contatto tra l’apparecchiatura e il lavoratore».
Dopo aver aperto un procedimento penale a carico di ignoti per la individuazione di eventuali responsabilità, il consulente tecnico nominato dal pubblico ministero ha concluso le indagini parlando di morte improvvisa. I familiari della vittima hanno quindi nominato due consulenti tecnici, i quali hanno indicato come conseguenza della morte l’intrappolamento prolungato nella morsa del macchinario, oltre all’assenza di adeguate misure di prevenzione.
«Ora il pubblico ministero - conclude la nota - dovrà nominare, in primis, un esperto della sicurezza, non in servizio presso l’Asm; dovrà, inoltre, rinnovare la consulenza tecnica con la nomina di un nuovo medico legale. Entrambi, sussistendo precise ragioni di opportunità e trasparenza, non in servizio presso l’Asm, con un autonomo vaglio circa i nominativi che il pubblico ministero dovrà iscrivere nel registro degli indagati».
















