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Dall'Afghanistan a Matera, la nuova vita di Wakeel

 
Donato Mastrangelo

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Donato Mastrangelo

Dall'Afghanistan a Matera, la nuova vita di Wakeel

In Basilicata ha trovato accoglienza e lavoro

Mercoledì 28 Dicembre 2022, 14:14

MATERA - Le bombe di Kabul, che con azioni di terrorismo da parte di Al-Qaeda e del regime talebano hanno seminato distruzione e morte negli ultimi decenni e l'esplosione del Palazzo della Milizia nel settembre 1943 a Matera come sanguinosa rappresaglia dei soldati tedeschi all'insurrezione della popolazione locale al regime nazi-fascista.

Sembra esserci una perversa associazione tra questi due luoghi distanti migliaia di chilometri. Evocano pagine buie della storia passata e recente. Eppure, proprio sotto il Palazzo della Milizia, con un cippo che testimonia il sacrificio dei materani valso poi la Medaglia d'argento al valore militare e quella d'oro al valore civile, conferita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 2016, germoglia il seme della speranza e della pace. A coltivarlo è Wakeel, un ragazzo afgano che risiede nella città dei Sassi da diversi anni. È in questo lembo di terra incolto che ha messo a dimora ortaggi e verdure che dona alla mensa dei poveri della parrocchia di don Angelo Tataranni. Wakeel il giorno di Capodanno compirà 33 anni ma sulle spalle, a dispetto della sua età, sembra portarsi un fardello ben più pesante e intriso di esperienze che ne hanno segnato l'esistenza. Il giovane che nel suo Paese si occupava di portare al pascolo le greggi, è diventato un pastore errante. Costretto a lasciare la patria. «Lì - rammenta - non c'era più sicurezza per la salute né certezza per il lavoro». Comincia così il lungo peregrinare di Wakeel. Una sorta di esodo biblico del Terzo Millennio che accomuna milioni di persone che fuggono da guerre e carestie. Pakistan, Iran, Turchia, Grecia: mesi di cammino e stenti prima di approdare, nell’agosto 2008 in Italia. Non prima di essere spedito a Londra ed essere rimandato, dopo tre anni in Italia. Al porto di Bari, solo, Wakeel era in preda alla disperazione. «Avevo solo 10 sterline volevo fare un cambio in banca per acquistare un biglietto del bus». Il giovane è stato aiutato da alcune persone e poi prelevato da personale della Prefettura di Matera e condotto nella Parrocchia della Chiesa di San Rocco.

«Ottenuto il permesso di soggiorno sono rientrato in Afghanistan per prendere mia moglie e il mio figlioletto. Mangiavo alla mensa di don Giovanni Mele a Piccianello. Ho cominciato a lavorare in un biscottificio così riuscivo a pagarmi il fitto della casa e le bollette». Wakeel si è ben integrato, lavora in un albergo dei Sassi e quando è libero si prodiga come volontario dando manforte in parrocchia. I soldi? «Non sono tutto, l’importante è essere circondati da gente amica, che ti vuole bene. Sento nostalgia del mio Paese ma Matera è ormai la mia seconda patria».

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