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Matera, Anna Teresa Cerabona: la Cina e la pelle bio del nuovo boom

 
Carmela Cosentino

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Carmela Cosentino

Anna Teresa Cerabona

La storia di una manager di successo e la sua voglia di mettersi in gioco

Lunedì 21 Novembre 2022, 12:58

17:59

MATERA - Il desiderio di indipendenza, la voglia di mettersi in gioco, di spingersi oltre i limiti, sono da sempre i tratti distintivi di Anna Teresa Cerabona. La quarantenne materana, è oggi direttore generale di un’azienda del territorio che opera nel settore del mobile imbottito e in quello dei turbocompressori, e che conta oltre 50 dipendenti.

Specializzata in lingua cinese, ma dalle spiccate capacità manageriali, è ideatrice di progetti che stanno portando l’azienda a espandersi nel mercato internazionale, attraverso la valorizzazione del made in Italy e la scelta di bio materiali che puntano al rispetto dell’ambiente, come la pelle vegana ricavata dalle foglie di cactus.

Il percorso che l’ha portata a ricoprire un ruolo di primo piano nell’azienda materana non è stato lineare. Anzi si potrebbe dire inaspettato, ma è sicuramente il frutto di una passione per la cultura asiatica che Anna coltiva sin da piccola, con la lettura dei manga e la visione di film in lingua originale. La scelta dopo il diploma all’Istituto tecnico commerciale Loperfido- indirizzo linguistico, è stata pertanto obbligata. Si è iscritta alla Facoltà di lingue e culture dell’Asia e dell’Africa all’Università «L’Orientale di Napoli», decidendo di concentrare gli studi sulla lingua cinese. Dopo la laurea, il viaggio a Pechino. In tutto sette mesi in cui ha studiato all’Università internazionale e al tempo stesso ha cercato un’occupazione.

Le difficoltà di inserimento nel mondo lavorativo, l’hanno spinta a tornare a Matera dove ha lavorato in una scuola elementare come mediatrice culturale. «È stata un’esperienza altamente formativa che mi ha dato tanto sul piano della crescita personale. Ho seguito due bambini cinesi, uno in particolare aveva non solo difficoltà a imparare l’italiano ma anche a relazionarsi con i compagni. Ho insegnato loro la nostra lingua usando soprattutto la matematica e i disegni e pian piano sono riuscita a farli inserire nella classe grazie al lavoro fatto con gli insegnanti. L’abbraccio di quel bambino alla fine dell’anno, è stato il momento più emozionante di tutto il percorso». Anna in seguito si è trasferita a Firenze dove ha completato gli studi universitari in Lingue Orientali e in parallelo ha trovato lavoro a Prato in un centro radiologico dove per due anni e mezzo ha affiancato il medico nei colloqui con i pazienti cinesi. Un impiego che le ha permesso non solo di esercitare la lingua cinese «ma anche di capire il metodo del lavoro di gruppo. Contestualmente ho preparato la tesi a Londra frequentando per tre mesi la Soas- School of Oriental and African Studies. Sono poi ritornata nella mia città con l’idea di aprire un Caffè letterario, ma il progetto si è arenato per problemi di carattere burocratico».

Una piccola battuta d’arresto. Poi, la ripresa grazie alla conoscenza della lingua cinese che le ha dato l’occasione di lavorare nell’ azienda materana che oggi dirige. «All’inizio il titolare mi ha chiamata per tradurre i manuali. L’azienda ha rapporti commerciali con la Cina per cui avevano bisogno di una figura specializzata. Con il tempo il mio lavoro è diventato sempre più impegnativo. Sono partita dal basso, dieci anni fa, per arrivare negli ultimi due anni ad essere parte attiva nei processi decisionali che riguardano il futuro dell’azienda».

Non è stato un percorso facile. «La posizione che ricopro è frutto di studio e di impegno costante. Tendenzialmente sono una perfezionista. Sono molto esigente sul lavoro, ma prima di tutto lo sono con me stessa. Non mi fermo mai e so dove voglio arrivare, sia personalmente che con l’azienda, di cui stiamo rinnovando la struttura. È un passo necessario per la sua crescita. La crisi economica fortunatamente non ci ha toccato e adesso stiamo ragionando su nuovi accordi e collaborazioni con il mercato asiatico».

Il prossimo passo è la creazione di un’Associazione per donne. «Uno spazio di discussione e confronto soprattutto con le nuove generazioni che si affacciano sul mercato del lavoro».

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