Basilicata - Nonostante la grave crisi che attanaglia il turismo italiano, la Basilicata, si difende tutto sommato bene e, complice quell’aria di mistero che ancora avvolge la nostra regione (seconda, in questo, solo al Molise), diventa meta ideale per una vacanza alternativa, lontana dai grandi circuiti e rigenerante per lo spirito messo a dura prova dai lunghi mesi di lockdown. Devono aver pensato così Tess Quartenoud e Déborah Boschung, due giovani turiste svizzere, che zaino in spalla, hanno scelto proprio la Lucania a metà luglio per la loro estate. Una vacanza lenta, in cui a dettare tempi, modi e percorsi, sono stati il calar del sole e la stanchezza dei chilometri macinati a piedi. Perché le due, originarie del cantone di Friburgo, hanno attraversato tutta la regione, da un mare all’altro, sull’esempio della consolidata formula «Basilicata coast to coast».
Intercettate tra Viggiano e Corleto Perticara, hanno poi accettato di rispondere alle nostre domande una volta rientrate a casa, in un italiano maccheronico ma assai efficace.
Era la prima volta che visitavate la Basilicata?
«Sì, siamo state in Italia diverse volte, mai da voi. Fin da gennaio avevamo preso due settimane di ferie per una vacanza all’insegna del trekking, ma poi, in seguito alla pandemia, non sapevamo bene come organizzarci. Dopo aver esitato tra la Spagna, abbiamo optato per la vostra regione: ci è piaciuto il concetto di partire dal Tirreno allo Ionio. Avevamo già fatto un’esperienza simile qualche anno fa: in tre settimane dalla Svizzera alla Francia e in un’altra vacanza il cammino di Santiago. Questa volta volevamo ripetere l’esperimento, ma in Italia».
Come vi siete organizzate?
«In realtà non ci siamo organizzate e abbiamo vissuto queste due settimane in maniera assai improvvisata. Unico punto fermo era il treno che una di noi aveva da Napoli per tornare in Svizzera. Per il resto, ogni giorno, abbiamo deciso il piano per quello successivo. Abbiamo camminato a piedi e qualche volta, prima che calasse la notte, ci siamo servite dell’autostop. Per cucinare, avevamo un piccolo fornelletto, per dormire la nostra tenda: abbiamo cercato luoghi un po’ nascosti e tuttavia non troppo isolati, per la nostra sicurezza. Grazie alla gentilezza delle persone del luogo, a Moliterno abbiamo dormito nel giardino del bellissimo convento francescano. Ma l’alba più emozionante è stata senza dubbio di fronte al Cristo di Maratea. Nell’ultima tappa, a Policoro, abbiamo dormito sulla spiaggia, sulle sedie a sdraio. È stato magnifico addormentarsi con il rumore del mare, anche se il risveglio è stato il buongiorno un po’ arrabbiato del proprietario del lido. Per farci perdonare, abbiamo affittato i lettini per riposarci tutto il giorno e godere ancora del mare».
Quali i luoghi che vi sono piaciuti di più?
«Maratea con le sue casette, i vicoli tortuosi e le scale: viste dall’alto sembravano un formicaio. Moliterno, dove le persone sono così accoglienti. Conserviamo nella nostra mente l’immagine del bellissimo paesaggio che si gode dal suo castello. Aliano è il borgo che ci ha stupito di più, con i suoi calanchi e uno scenario lunare. E poi Matera, dove colpite dalla città vecchia. Abbiamo scelto di fermarci un giorno in più ed esplorarla tutta. E ancora Guardia Perticara, Trecchina, Viggiano, Tursi: tutte località incantevoli».
Cosa vi ha colpito maggiormente?
«Forse la cosa più bella è stata la presenza della natura così rigogliosa e vivace. Avevamo l’impressione di essere completamente perse nella natura. Ed era una sensazione bellissima! Qualche volta, tuttavia, l’atmosfera era così piatta che anche le mucche sembravano sorprese di vederci! Non è stato raro attendere ore intere il passaggio di un automobilista o di un centauro per chiedere di avere una foto ricordo che non fosse un selfie! Ci ha stupito l’orografia del territorio, paesini costruiti sulla cima di piccole colline, simili, da lontano, a neve sulla sommità dei monti. E poi la gente: in Basilicata ha una luce particolare, come stelle negli occhi. Possiede qualcosa di molto bello e autentico, un mix incredibile tra persone eccezionali e luoghi meravigliosi: abbiamo trovato un ambiente molto solidale, unito. Per questo, approfittando delle pagine de La Gazzetta del Mezzogiorno, vorremmo salutare tutti coloro che abbiamo incontrato lungo la strada e ringraziarli sinceramente per la loro cordialità: scambi di parole, brevi o articolati, sguardi di ammirazione o incoraggiamento, hanno profondamente arricchito la nostra avventura, dando un essenziale tocco al nostro viaggio».