Giovedì 23 Ottobre 2025 | 23:27

Lecce, troppi piccioni in città: a rischio bimbi e fragili

Lecce, troppi piccioni in città: a rischio bimbi e fragili

 
Gaetano Gorgoni

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Gaetano Gorgoni

Lecce, troppi piccioni in città: a rischio bimbi e fragili

La Fontana dell’Armonia punto critico. Il capoluogo salentino ha bisogno di un piano di intervento che metta al sicuro le zone critiche

Sabato 21 Dicembre 2024, 13:21

LECCE - Aviaria, febbre «west nile» (non viene trasmessa solo dalle zanzare), «pseudo peste», streptococco, salmonella e criptococco (che porta la meningite) sono solo alcuni dei patogeni più frequenti di cui sono portatori i «piccioni di città» e che possono essere trasmessi a bambini e immunodepressi, soprattutto attraverso l’acqua delle fontane. La zona della Fontana dell’Armonia di Lecce è la più critica, secondo le indagini dell’Asl: aumentano i volatili perché troppe persone danno del cibo agli animali. «Le patologie trasferite dai colombi all’uomo sono rare, perché non vengono sempre segnalati i casi», chiarisce Giovanni Tortorella, direttore servizio Area sanità animale dell’Asl Lecce, invitato in Commissione Ambiente dalla presidente Fabiola De Giovanni per capire come intervenire sulla questione.

Circa 300-400 colombi per chilometro quadrato sono ormai la media che l’Ispra (l’Istituto nazionale che si occupa di ambiente) ritiene sostenibile, ma in alcune zone della città si va ben oltre, con i rischi che ne conseguono. Lecce ha bisogno di un piano di intervento che metta al sicuro le zone critiche. «I senzatetto foraggiano questi animali - ha spiegato l’esperto - ma facendoli mangiare male questi colombi hanno problemi dismetabolici che portano a immunodepressione e quindi una maggiore capacità di ammalarsi e di trasportare malattie e virus». Il contenimento delle nascite è l’unica strategia possibile, evitando rifiuti per strada e impedendo che si dia da mangiare agli uccelli selvatici. «Un conteggio degli animali è propedeutico a qualsiasi progetto, come anche iniziative di educazione dei cittadini».

Il dottor Tortorella spiega che bisogna ripensare anche le architetture degli edifici: ce ne sono alcuni che offrono troppi rifugi, come il Tribunale penale di Lecce. Neanche i rapaci funzionano efficacemente, secondo l’esperto, perché sono troppi i colombi, che sanno ben nascondersi, in alcune zone della città. «Nella tangenziale ci sono l’aquila minore e il falco pellegrino. Dopo cinquant’anni è tornato il falco grillaio: questo vuol dire che tutte le zone steppiche intorno a Lecce sono sane e produttive per loro, quindi c’è una biodiversità utile per tutti noi». Per affrontare il problema, dunque, è necessario monitorare il territorio, studiare la popolazione. «Ci vuole pazienza e multidisciplinarietà» per limitare la popolazione del piccioni, chiarisce Tortorella, che ha consegnato alla presidente De Giovanni un piano di intervento da presentare all’Ispra.

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