Domenica 07 Settembre 2025 | 05:30

Lecce, 43enne barese vicino ai Di Cosola ucciso a colpi di kalashnikov al volto. Aveva 7kg di hashish, indagini legate al traffico di droga

 
Redazione online

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Omicidio a Lecce, 43enne ucciso con colpi di arma da fuoco al volto

La vittima era al volante di una Panda bianca. Alla base forse uno sgarro nella gestione del mercato della droga. Si ipotizza che questa presenza in ''trasferta'' a Lecce possa essere un elemento chiave dell'inchiesta

Mercoledì 18 Dicembre 2024, 18:50

19 Dicembre 2024, 10:04

LECCE - Un uomo di 43 anni è stato ucciso a Lecce: l'agguato è avvenuto in via Papini, traversa di via Giammatteo in una zona non distante dal quartiere Santa Rosa. La vittima Giuseppe De Giosa, di Adelfia, è stato ucciso con un kalashnikov al volto. Si tratterebbe di un uomo affiliato al clan Di Cosola di Bari. 

Sul posto la polizia e carabinieri, oltre ai soccorsi del 118 e i vigili del fuoco.

Secondo le prime indiscrezioni pare che il 43enne fosse al volante di una Fiat Panda bianca. Ad allertare le forze dell'ordine alcuni residenti che avrebbero sentito prima le urla e poi gli spari. Gli agenti della squadra mobile stanno indagando per identificare i responsabili e stabilire il movente.

Il corpo è stato trovato per terra accanto all’auto che aveva gli sportelli e il cofano aperti. Sia nell’abitacolo che per terra sono stati trovati pacchi contenenti droga, 7kg di hashish. L’omicidio potrebbe dunque essere maturato per contrasti nel mondo della droga. Sul posto sono intervenuti anche il procuratore aggiunto della Dda di Lecce Guglielmo Cataldi e il medico legale Alberto Tortorella. L’agguato è avvenuto in un’area periferica prossima alle campagne, ma comunque nella zona ci sono anche diverse abitazioni.

LE INDAGINI LEGATE AL TRAFFICO DI DROGA

La Direzione distrettuale antimafia di Lecce sta coordinando le indagini sull'omicidio di Giuseppe De Giosa, il 43enne di Adelfia, nella cintura metropolitana di Bari, ucciso ieri pomeriggio nel capoluogo salentino in via Papini, a colpi di kalashnikov. Lo scenario investigativo è strettamente legato al traffico di sostanze stupefacenti. L'uomo è arrivato a Lecce con un carico di sette chilogrammi di hashish che sono stati ritrovati nel veicolo e vicino al cadavere, riverso accanto all'automobile. Le indagini sono condotte dalla Polizia. Secondo le investigazioni antimafia, De Giosa sarebbe riconducibile al clan Di Cosola del capoluogo pugliese. Si ipotizza che questa presenza in ''trasferta'' a Lecce possa essere un elemento chiave dell'inchiesta appena avviata. Sarà disposta l'autopsia sul corpo dell'uomo ucciso, per acquisire ulteriori elementi sulla dinamica del fatto di sangue. In base ai primi esami scientifici, l'uomo è stato raggiunto e ucciso da almeno tre colpi.

UCCISO CON 3 COLPI DI KAKALSHNIKOV AL VOLTO

E’ stato utilizzato un kalashnikov per l’omicidio di Giuseppe De Giosa, il 43enne di Bari, già noto alle forze dell’ordine, ucciso questo pomeriggio in via Papini a Lecce. Almeno tre i colpi esplosi, secondi i primi rilievi compiuti dalla polizia scientifica. La salma è stata trasferita in obitorio, in attesa dell’affidamento dell’autopsia.

All’interno della Fiat Panda con la quale la vittima è giunta sul posto e anche all’esterno, vicino al cadavere, sono stati rinvenuti sette chili di hascisc imballati e pronti per lo smercio. Circostanza che sembra avvalorare l’ipotesi dell’omicidio legato a contrasti nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti. La vittima, secondo le prime ipotesi investigative, potrebbe aver 'invaso il territorio' incorrendo nella reazione dei killer. Ma gli inquirenti non escludono alcuna pista. Le indagini della polizia sono coordinate dalla Dda di Lecce. Sul posto il procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e il sostituto Giovanna Cannarile.

LE REAZIONI DELLA POLITICA

«Quello che è accaduto oggi al quartiere Santa Rosa a Lecce desta una grande preoccupazione. C'è una recrudescenza della criminalità che sta minando la sicurezza del nostro territorio. Non possiamo permettere che l'illegalità rialzi la china, serve una reazione forte dell’intera comunità». Lo afferma la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone.
«Una collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine e cittadini per fare fronte comune contro la violenza e le infiltrazioni criminali nella nostra società. Come presidente del Consiglio regionale della Puglia assicuro il pieno sostegno dell’assise regionale a sostenere iniziative che possano garantire la sicurezza delle nostre città», conclude Capone.

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