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«O paghi o attendi anni», Gabellone all’attacco sui tempi degli esami

 
Maddalena Mongiò

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Maddalena Mongiò

«O paghi o attendi anni», Gabellone all’attacco sui tempi degli esami

Il tema delle liste d’attesa tiene banco da molti anni, ma la carenza di personale rende di fatto impossibile sanare la differenza tra capacità di erogazione delle prestazioni e domanda

Martedì 10 Settembre 2024, 11:00

Esami a pagamento in tempi celeri, liste d’attesa con attese interminabili. Questa la sintesi della lettera con cui il consigliere regionale Antonio Maria Gabellone chiede al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano di intervenire per riformare il sistema al fine di rendere “umane” le attese. A supporto del suo allerta il consigliere cita la prenotazione di una esofagogastroduodenoscopia, con primo accesso all’Ospedale di Gallipoli per il 21 maggio 2026, mentre pagando la prestazione in intramoenia la paziente poteva effettuarla il 3 settembre scorso, nella stessa struttura e, secondo Gabellone, con lo stesso medico. «Le criticità che da anni affliggono il sistema sanitario della nostra Regione hanno ormai raggiunto livelli di assoluta insostenibilità, - premette Gabellone - specie per quanto concerne le liste d’attesa per accedere a visite specialistiche, esami diagnostici e altri servizi sanitari essenziali tramite il Servizio Sanitario Nazionale. Infatti, sono innumerevoli le segnalazioni di cittadini pugliesi costretti ad attendere tempi inaccettabili, anche di oltre due anni, per ottenere una semplice visita specialistica o un esame diagnostico. Questo si contrappone in maniera eclatante ai tempi di attesa registrati per il regime di libera professione (intramoenia), dove gli stessi servizi sono disponibili nell’arco di pochi giorni o, al massimo, una settimana».

Secondo Gabellone non si tratta di un caso isolato, ma di un problema diffuso che mina la fiducia dei cittadini verso il sistema sanitario regionale. Ne consegue che «quando un cittadino è costretto a scegliere tra attendere anni per una prestazione sanitaria o pagarla privatamente per ottenerla in tempi ragionevoli, è palese la violazione del diritto all’accesso equo e universale alle cure, oltre ad essere inaccettabile che il diritto alla salute diventi di fatto un privilegio per chi può permetterselo economicamente».

Il tema delle liste d’attesa tiene banco da molti anni, ma la carenza di personale rende di fatto impossibile sanare la differenza tra capacità di erogazione delle prestazioni e domanda. Una carenza figlia di scarsezza di specialisti, ma anche delle restrizioni sulla capacità di reclutamento concessa alle singole Asl pugliesi essendo la Regione ancora sotto la scure del Piano di rientro.

Secondi Gabellone ci sono «pazienti affetti da patologie croniche o oncologiche che necessitano di controlli periodici e che, a causa delle lunghe attese, vedono peggiorare il loro stato di salute; anziani che aspettano per mesi, se non anni, una visita specialistica che potrebbe migliorare la loro qualità di vita; persone che, non potendo permettersi l’alternativa privata, rinunciano a cure essenziali. In tale contesto, è necessario ripensare l’organizzazione delle strutture sanitarie, come anche potenziare il personale medico e amministrativo, investire in tecnologie e procedure che permettano di ridurre i tempi di attesa e, soprattutto, garantire che ogni cittadino possa accedere alle cure di cui ha bisogno senza discriminazioni economiche». La palla ora è nella metà campo di Emiliano.

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