LECCE - Il “Santa Caterina Novella” di Galatina batte il “Vito Fazzi” di Lecce: le prime nascite del 2024 sono galatinesi, ma si conferma il segno meno nell’andamento di nuovi nati. Una bambina è venuta al mondo alle 9.42: è la prima nata del 2024 che ha visto la luce in uno dei reparti di Ostetricia e Ginecologia della Asl di Lecce. Il secondo è arrivato, alle 12.20, sempre a Galatina, e alle 13.31, nell’ospedale di Scorrano, un altro bimbo. Due fiocchi azzurri e uno rosa hanno allietato i cuori delle mamme e dei papà che iniziano il nuovo anno con i loro piccolini da crescere. Non coprono neppure le dita di una mano, i primi nuovi nati del 2024: più fortunati nel barese dove al “Di Venere”, nell’ultima notte del 2023, sono nati 8 bambini. Un caso talmente raro che è stato esaltato dalle cronache. Il dato di fatto è assodato: il tasso di natalità continua a cedere inesorabilmente.
In 20 anni, dal 2003 al 2023, la popolazione under 14, è diminuita di 3,81 punti percentuali. Negli ultimi dodici anni, in provincia di Lecce, la tendenza a fare meno figli si è accentuata: dal 2010 al 2022 il tasso di natalità è diminuito del 2,2 per cento passando dall’8,5 (già inferiore al tasso italiano che all’epoca era del 9,4) al 6,3 attuale, mentre in Italia è del 6,7. Di contralto il numero delle nascite non solo non sopravanza quello delle morti, ma anzi è molto lontano anche dal pareggiarle. Se nel 2010 i valori erano abbastanza vicini (9,2 morti ogni 1.000 abitanti, nascite 8,5 ogni mille abitanti) oggi la forbice è larga: 12,7 morti ogni mille abitanti (sopra il tasso italiano che è di 12,1) contro il 6,3. Costante, invece, il numero dei figli per donna in età feconda che dal 2010 è di 1,2 e in questo dato stabile ci sono dietro storie di sterilità di coppia, sempre più frequenti essendosi spostata troppo in avanti l’età in cui si decide di affrontare la genitorialità.
Dietro ai numeri una società che invecchia, il Salento è la provincia pugliese con il maggior numero di anziani, e che necessita di maggiore assistenza sanitaria. Un dato che è oggetto di costante riflessione delle direzioni strategiche che si sono susseguite negli ultimi anni e anche la relazione al bilancio di previsione 2024 della Asl di Lecce ne tiene conto segnalando le criticità connesse all’invecchiamento: «Il progressivo invecchiamento della popolazione comporta una costante crescita della domanda di prestazioni sanitarie e sociosanitarie legate alla cronicità e alla non autosufficienza. Uno studio AReSS Puglia del 2015 ha evidenziato, infatti, come a fronte del 40% di incidenza della popolazione cronica corrisponda l’80% del consumo di risorse sanitarie. Analoghe considerazioni sono riportate nel Piano Nazionale della Cronicità, recepito con Accordo tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano del 15 settembre 2016, in cui si stima che circa il 70-80% delle risorse sanitarie a livello mondiale sia oggi speso per la gestione delle malattie croniche».
Da qui, fra le altre, la necessità di una maggiore attenzione alla medicina di prossimità che si sostanzia con gli investimenti in corso, grazie al Pnrr, per attivare le centrali operative territoriali, le case e gli ospedali di comunità. Basti considerare, come riporta la relazione allegata al bilancio, «che in Puglia la percentuale di soggetti con almeno una cronicità si attesta al 14,5% nella fascia 18-64 anni, mentre raggiunge il 66,3% nella fascia degli ultra 64enni, tra questi ultimi, le patologia croniche più frequenti riferite sono le cardiopatie (34%), il diabete (25%), le patologie respiratorie croniche (21%), l’insufficienza renale (10%), i tumori (10%), l’ictus o ischemia cerebrale (7%) e le malattie croniche del fegato e/o cirrosi (4%). Il potenziamento dei servizi territoriali previsti in attuazione delle misure contenute nel PNRR, completa la profonda trasformazione della struttura dell’offerta di servizi sanitari e sociosanitari, già avviata con il Piano di Rientro e di riqualificazione dell’assistenza (legge regionale numero 2/2011) e proseguita con i successivi Programmi Operativi ed i Piani di riordino della rete ospedaliera».