«Il Pnrr ha portato importanti innesti di liquidità alle università italiane. La vera richiesta, e soprattutto la necessità, è liberare ora le università dai vincoli burocratici per poter spendere i fondi che sono stati dati. Risorse da spendere bene fino al 2026 per creare le condizioni e crescere veramente». Lo ha dichiarato la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, a Lecce a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’ Università del Salento.
«Creare un fondo nazionale di risorse per aiutare le amministrazioni può essere uno strumento, ma ce ne possono essere altri come i dottorati innovativi». Lo ha detto la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, a Lecce a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università del Salento, intervenendo sull'ipotesi di un fondo finalizzato a sostenere gli studenti universitari contro il caro affitti che costituisce una delle cause dell’abbandono degli studi, secondo alcuni report. «Abbiamo investito in una legge di bilancio piuttosto complicata, subito 500 milioni sulle borse di studio, 300 milioni sull'housing universitario. Inoltre - ha precisato - abbiamo stabilizzato il fondo per le locazioni e gli affitti per gli studenti fuori sede in modo da rendere concreto il diritto allo studio soprattutto agli studenti che non hanno disponibilità economiche di studiare e sviluppare i propri talenti». «Noi - ha aggiunto - stiamo cercando di fare il possibile per valorizzare le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza che non a caso si chiama 'Next generation You' per loro. Stiamo cercando di togliere tutti i vincoli burocratici che ci impediscono di spendere nella direzione giusta».
«Per me differenziare significa valorizzare ciò che è caratteristico, non creare delle sperequazioni e delle disomogeneità». Lo ha dichiarato la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università del Salento, rispondendo alle domande dei giornalisti su quelle che potrebbero essere le ripercussioni per il mondo accademico e per le università del Mezzogiorno con l'autonomia differenziata. «L'autonomia differenziata funziona se perequata. E poi - ha aggiunto - dipende come si farà l'autonomia differenziata, ma per quanto mi riguarda, noi abbiamo sempre, rispetto all’università, riconosciuto le sue specificità». "Lecce ha avuto dipartimenti di eccellenza, è stata in grado di creare delle specifiche merceologiche interessantissime - ha concluso - in una università che è nata attraverso l'innovazione. Questo si deve fare».
«L'idea mi piace. Per quanto mi riguarda, gli atenei a livello regionale dovrebbero mettersi d’accordo per evitare delle duplicazioni o triplicazioni di offerte formative, dovrebbero fare rete. Nessuno si salva solo, soprattutto adesso. E quando si fa squadra, tutti lavorano nella stessa direzione». Lo ha detto la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini a Lecce a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulla proposta avanzata nei giorni scorsi dal rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini sulla costituzione di una federazione di Atenei in Puglia. «Non c'è uno strumento buono o cattivo di per sé stesso, ma dipende - ha concluso - come lo si realizza».
CAPONE: GARANTIRE DIRITTO ALLO STUDIO A TUTTI
«Studiare è un diritto che bisogna garantire a tutte e a tutti, come dice la nostra Costituzione. E, invece, gli affitti universitari sono aumentati del 25%, il trasporto pubblico è insufficiente, le residenze universitarie sono ancora troppo poche. Sono questi i problemi che denunciano le nostre studentesse e i nostri studenti e la voce non basta più per tutte le volte che ce l’hanno detto e nonostante tutto anche oggi, qui, davanti ai rettori, alle autorità politiche e civili, alla Ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, l'hanno ripetuto tracciando una linea nettissima tra l'interpretazione dei loro bisogni e i bisogni reali». Lo dichiara la presidente del Consiglio regionale pugliese, Loredana Capone, a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico di Unisalento. «È fondamentale - aggiunge - intervenire su queste emergenze e contemporaneamente allungare lo sguardo al futuro. Possiamo e dobbiamo abolirei i tirocini extracurriculari e sostituirli con apprendistato con contratti e retribuzioni degni di chi è pronto a dare un contributo che è evidentemente determinante per il nostro Paese. Possiamo e dobbiamo garantire alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi un’assistenza psicologica che gli aiuti a districarsi tra le amarezze di questo tempo. Una persona su dieci oggi accede al bonus psicologo: è troppo poco, ed è per questo che ho voluto una legge che istituisca la figura dello psicologo di base accanto al medico di medicina generale che, a breve, approderà nel nostro Consiglio regionale».
UNIVERSITA', STUDENTI LECCE A MINISTRO: COLMARE GAP FRA ATENEI
«La Ministra ha affermato che gli Atenei del Meridione non subiscono logiche di sottofinanziamento, ma che devono continuare a impegnarsi per perseguire gli obiettivi. Abbiamo ribadito la necessità di colmare il gap esistente tra gli Atenei del Meridione e quelli del Settentrione, per permettere agli Atenei come il nostro di poter innovare e finanziare la ricerca». Lo ha dichiarato il responsabile all’organizzazione di Link Lecce coordinamento universitario, Ludovico Mordos, in una nota congiunta con Udu Lecce diffusa dopo l’incontro con la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, oggi a Lecce per l'inaugurazione dell’anno accademico dell’UniSalento. «La ripartizione dei fondi di finanziamento è inadeguata e penalizzante per gli atenei fiscalmente più deboli, come l'Università del Salento, che - ha aggiunto - sistematicamente si ritrovano a far ricadere il peso di queste mancanze sugli studenti con gli aumenti della contribuzione studentesca». "Come componente studentesca teniamo a rimarcare - ha affermato la presidente del consiglio degli studenti, Diletta De Pascali, - le condizioni di noi giovani in questo contesto, a partire dal precariato e dalla mancanza di tutela di diritti di lavoratrici e lavoratori, soprattutto nelle regioni meridionali». «Non è merito se non abbiamo le stesse possibilità: è necessario - ha concluso - ripensare il sistema di finanziamento dell’ università pubblica mettendo al centro dell’agenda politica i saperi di tutti e tutte, non il profitto di pochi».