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Lecce, l'avvocato Vergine: «Si sospendano le udienze»

Lecce, l'avvocato Vergine: «Si sospendano le udienze»

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

sede tribunale di Lecce

«Trattare solo processi con detenuti, rischi troppo alti»

Giovedì 29 Ottobre 2020, 09:37

«Secondo me è arrivato il momento di fermarsi. Il rischio adesso è troppo alto». La pensa così il professor Francesco Vergine, avvocato penalista, fino a qualche giorno fa presidente della camera penale. La curva dei contagi aumenta di giorno in giorno, proseguire le normali attività, anche a Palazzo di Giustizia, sembra essere diventato sempre più difficile.

Professore, com’è la situazione per quanto riguarda l’aspetto della sicurezza?
«Non va affatto bene. Ma non parlo soltanto di Lecce, il mio è un discorso generalizzato. Le faccio un esempio. Di recente ho avuto udienza innanzi alla Corte di Cassazione. Le aule sono posizionate una accanto all’altra, all’esterno ci sono i carabinieri che vigilano sull’uso della mascherina e sul distanziamento. Ma per forza di cose, per sapere quando sarà il proprio turno, bisogna stare nelle vicinanze dell’aula nel caso in cui chiamino il processo. Ed ecco che si creano gli assembramenti. Così non va, assolutamente».

Quindi cosa propone?
«Vanno disciplinati gli orari dei singoli processi, le fasce orarie che fino ad ora sono state indicate non servono. Se poi il problema della sicurezza riguarda solo giudici e cancellieri allora ok, in aula la situazione è molto tranquilla, gli spazi sono ampi e non c’è pericolo. Ma gli avvocati, gli imputati e i testimoni che attendono fuori per ore? Dunque no alle fasce orarie, sì alla calendarizzazione oraria. Se il processo poi dovesse durare di più rispetto al previsto si rinvia e si chiama il processo successivo, gli orari devono essere rigidi. Dirò di più: negli ultimi giorni, in cui abbiamo avuto una crescita esponenziale dei contagi, non è cambiato nulla. Lunedì alle 15 il Tribunale di sorveglianza celebrava processi fissati alle 11.30…».

Così facendo non c’è il rischio che però si debbano celebrare meno processi?
«Certamente. Anziché farne 50 se ne faranno 30. Ma francamente non vedo alternative. In questi giorni sta circolando la bozza di un provvedimento che prevede nuovamente processi da remoto, accesso alle cancellerie solo previo appuntamento. Ma il processo da remoto, specialmente nel penale, che giustizia potrà mai garantire? Bisogna fermarsi, blocchiamo tutto fatta eccezione per i processi con detenuti».

Non crede però che fermare le udienze possa ulteriormente pregiudicare i tempi della giustizia, che di per sé sono già lunghi?
«In questo momento bisogna fare una scelta, la salute viene prima di tutto. Qualche giorno fa tramite l’app Immuni ho ricevuto una notifica per essere stato a contatto con un positivo il giorno in cui sono stato in Cassazione. Le garantisco che non è stato un bel momento. Io ho una famiglia, avevo incontrato mia madre che è una persona anziana. Mi sono subito isolato, ho fatto il tampone e fortunatamente era negativo. Ma si può lavorare in questo modo? Cosa cambia, ad esempio, se un processo per la ricettazione di un biglietto per entrare allo stadio viene celebrato ora oppure nel 2021? Diverso è il discorso di un processo per mafia in cui ci sono 20 imputati sottoposti a custodia cautelare. Fortunatamente possiamo contare su un eccellente interlocutore come il presidente del Tribunale Roberto Tanisi, sempre molto sensibile e pronto a risolvere tempestivamente le problematiche di tutte le categorie che operano nel settore della giustizia».

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