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Notte della Taranta, parla il coreografo Bombana: «Il neoclassico dialoga con la pizzica»

 
Giuseppe Martella

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Giuseppe Martella

Notte della Taranta, parla il coreografo Bombana: «Il neoclassico dialoga con la pizzica»

Parla Davide Bombana, che da giorni sta impostando con i ballerini le coreografie per il concertone di Melpignano

Venerdì 09 Agosto 2019, 10:22

Una stella della danza classica. Un artista straordinario che ha fatto conoscere la sua arte al mondo. È Davide Bombana, coreografo di fama internazionale che curerà lo spettacolo di ballerini e danzatori durante il Concertone de La Notte della Taranta in programma a Melpignano il 24 agosto prossimo. Un’eccellenza che porterà sul palcoscenico il suo straordinario bagaglio fatto di rigore, sensibilità ed esperienza. Bombana già da giorni è al lavoro per impostare al meglio i quadri coreografici della serata finale de La Notte melpignanese.

Bombana, come sta vivendo quest’avventura nella Terra del Rimorso?
«È un’esperienza magnifica, dalla quale imparo tantissimo, momento dopo momento. Appena saputo di quanto avrei dovuto affrontare, ho iniziato ad avvicinarmi con umiltà alle musiche, alle canzoni e ai simboli di un fenomeno straordinario come quello del tarantismo. Una storia che perde le sue radici in un passato atavico e che si svolge attraverso un profondo spessore artistico. La musica, le parole e le danze hanno una notevole forza accattivante e ipnotica».

Quale la sfida più grande che sta affrontando?
«Avvicinare la danza neoclassica, quella che è la mia vita, alla pizzica e al suo movimento. Due entità che a un primo sguardo possono sembrare distanti tra loro, ma che invece si caratterizzano per una serie di similitudini incredibili, tanto da un punto di vista drammaturgico quanto da quello del vocabolario di queste forme d’arte».

Come si stanno svolgendo le prove?
«Accademici e danzatori popolari stanno lavorando in maniera incessante e ottima. Ho portato con me ballerini coi quali ho già lavorato in passato; tra loro solisti provenienti da La Scala di Milano, dal Teatro Massimo di Palermo e da Les Ballets de Monte-Carlo con i quali sto impostando un lavoro fatto di movimenti “bassi”, capaci di trasmettere sensualità, il senso della terra. l’amore per le radici e le tradizioni tipico dei danzatori di pizzica. Sono rimasto piacevolmente colpito dalla bravura dei danzatori del corpo di ballo de La Notte della Taranta i quali mi hanno presentato il loro ballare viscerale. Una visione straordinaria che, col mio lavoro, sto cercando di fissare nello spazio».

Il suo lavoro s’intreccerà col quello del maestro concertatore Fabio Mastrangelo. È la prima volta che lavorate assieme?
«Conoscevo la sua fama e la sua bravura, della sua arte che guarda al classico. Ci siamo incontrati dieci giorni fa e subito è scoccata la scintilla artistica. Mastrangelo è un grande musicista, un pianista di livello assoluto che fa della conoscenza, della tecnica e del rigore elementi cardini della sua anima artistica. Ma proprio questo nostro provenire dalla danza e dalla musica classica sono sicuro farà con l’energia della tradizione popolare salentina un connubio eccezionale, per una serata magica che spero rimarrà nel cuore di pubblico».

Qualche anticipazione sullo spettacolo che sta immaginando per il Concertone?
«Non vorrei svelare troppo. Durante la Notte della Taranta, sono sicuro, arriverà sul palcoscenico il grande entusiasmo proveniente da un pubblico in estasi. E di questo entusiasmo ci dovremmo prendere cura. Saranno 12 i quadri di danza previsti nel corso dello spettacolo: su tutti stiamo lavorando per renderli perfetti, abbinando passione e tecnica di tutti coloro i quali entreranno in scena. La mia massima aspirazione è che il prossimo 24 agosto, la danza abbia la stessa dignità e la medesima forza conquistatrice della musica e delle canzoni. Sarebbe il più grande dono da portare via dal Salento».

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