LECCE - «Non drammatizziamo questa situazione, andiamo avanti e vediamo che succede».
Questo il messaggio di «normalizzazione» che ieri sera il sindaco Carlo Salvemini ha voluto lanciare ai suoi assessori e consiglieri, riuniti a palazzo Carafa.
Circa un paio d’ore in conclave, nella sala Giunta del municipio leccese. Tdutti o quasi presenti, ad eccezione del vicesindaco Alessandro Delli Noci, impegnato fuori città. E ovviamente non erano presenti, ma in questo caso per chiara volontà politica, i tre consiglieri di «prima Lecce» Antonio Finamore, Laura Calò e Paola Gigante.
I primi due, nel consiglio comunale di venerdì scorso, si sono astenuti sulla delibera di riequilibrio dei conti in rosso, ritenuta «troppo gravosa per cittadini e dipendenti comunali». Paola Gigante, invece, era assente alla seduta di Consiglio di venerdì. E ieri ha smentito con un post su Facebook le voci di possibili divergenze con gli altri due del gruppo Prima Lecce. «La mia assenza in consiglio comunale non può essere strumento di dibattito - ha chiarito Gigante - in quanto, a scanso di qualsiasi equivoco, tengo a precisare che ho sottoscritto unitamente ai colleghi del gruppo “Prima Lecce” il documento inerente la dichiarazione di voto, letto in Consiglio comunale dalla collega Calò, in cui abbiamo espresso unanimemente tutte le nostre perplessità sulla delibera in questione, preannunciando il voto di astensione, a fronte delle evidenti criticità riscontrate nel contenuto dell’atto. Alcun “bivio” si è verificato all’interno del gruppo che, sempre più saldo e compatto, intende mantenere fede al patto sottoscritto in relazione a quanto ivi contenuto, ma sia ben chiaro, solo ed esclusivamente nell’interesse della città ed in particolare dei suoi cittadini, quindi - ha concluso Paola Gigante - in favore di quelle categorie più deboli, quali i commercianti e gli artigiani, che, all’esito di quella delibera, senza meno, verranno gravati oltremodo da un vertiginoso ed incontrollato aumento delle tasse».
Quel richiamo a «mantenere fede al Patto sottoscritto» ha evidentemente rassicurato anche il sindaco Salvemini, dopo l’aut aut di Finamore: «Cambi la manovra o si dimetta. E se non lo fa lui, ce ne andiamo noi a casa». In sostanza, il Piano che entro 90 giorni l’Amministrazione dovrà presentare alla Corte dei Conti per ripianare il buco da 30 milioni di euro. Il primo cittadino leccese ha quindi spiegato di «non drammatizzare, non caricare eccessivamente questa fase di polemiche, prese di posizione critiche. Andiamo avanti - ha esortato - vediamo che succede e poi trarremo le conseguenze».
Nessun riferimento a dimissioni, che «vanno date e non annunciate», come aveva precisato venerdì scorso lo stesso Salvemini.
Alla riunione di maggioranza di ieri sera era presente anche Massimo Fragola, consigliere di “Andare Oltre”, nei giorni scorsi piuttosto critico con la stessa Amministrazione Salvemini e assente al consiglio di venerdì scorso. «Andare Oltre è una forza che mette a primo posto il bisogno di fare le cose - ha spiegato lo stesso Fragola - Per questo ho chiesto, ancora una volta, di dire basta al tentativo di piegare l'amministrazione verso vecchi posizionamenti di sinistra, che causano la conseguente guerra tra bande ed il rimbalzo di responsabilità che sta lacerando la città. Stare in maggioranza non vuol dire accettare supinamente le decisioni altrui o vedere continuamente bistrattate le proprie idee ma costruire assieme nuove proposte. Al sindaco Salvemini chiediamo di armonizzare le forze che lo sostengono: non esistono altre maggioranze, se non quelle attualmente in essere. In alternativa si torni al voto per il bene dei leccesi. Io non sono affezionato alla poltrona. Anzi - ha concluso - francamente, me ne frego».