La prima ricorrenza della Festa dei lavoratori dopo vent’anni di regime fascista – ce lo ha ricordato su queste colonne pochi giorni fa Vito Antonio Leuzzi – ebbe a Bari un grande rilievo. Nel 1944, mentre ancora nel resto d’Europa infuriava il conflitto e nell’Italia centro-settentrionale entrava nel vivo la guerra di Liberazione, nel capoluogo pugliese circa un migliaio di lavoratori si riunirono nella sede del Sindacato postelegrafonici, in via Sagarriga Visconti, per festeggiare insieme una giornata dal significato non soltanto simbolico.
La celebrazione si era tenuta per la prima volta in Italia nel 1891, cinque anni dopo l’assassinio degli esponenti anarchici di Chicago, durante le manifestazioni a favore dell’estensione della legge per le otto ore lavorative in tutto il territorio americano: dal 1924, tuttavia, era stata sospesa per volere di Mussolini. Al suo posto era stata istituita la Festa del Lavoro del 21 aprile, giorno del Natale di Roma.
La prima pagina de La Gazzetta del Mezzogiorno di ottant’anni fa, invece, sebbene sia quasi interamente dedicata all’avanzamento del conflitto, riporta con enfasi: «La ricorrenza del 1° maggio è stata ovunque festeggiata, specie nelle terre oppresse dal giogo nazista, con la rinnovata volontà di lottare fino al conseguimento della vittoria». Così esordisce la cronaca di quanto avvenuto a Bari: «Un migliaio di lavoratori, appartenenti a diversi partiti politici, si sono riuniti, con l’intervento dei rappresentanti della Camera del Lavoro e dei partiti antifascisti, che hanno ricordato ai lavoratori i compiti da affrontare e gli obiettivi immediati dell’azione comune in regime di libertà: primo di essi, la guerra contro il nazifascismo». I primi a intervenire in quell’occasione sono l’avv. Prospero Milella e l’on. Guido Molinelli, segretario della Camera del Lavoro, i quali sottolineano la priorità di quel momento storico: «Si deve ripulire il paese dei superstiti residui di fascismo. Ma prima ancora, occorre sgombrare l’Italia intera dall’imperialismo nazifascista, che in tanta parte la opprime, e ricacciare gli eserciti tedeschi e le squadre fasciste fuori del nostro paese». Con le orazioni dell’avv. Michele Di Zonno, di Antonio Di Donato, di Vito Popolizio vengono rappresentati rispettivamente i Sindacati cristiani del lavoro, la sezione locale del Partito comunista e quella del Partito Liberale: intervengono poi Giuseppe De Philippis, del Partito d’Azione, e il socialista Eugenio Laricchiuta. È davvero un 1° maggio all’insegna della libertà e dell’unità dei partiti antifascisti. Natale Lojacono, esponente della Democrazia cristiana, si rivolge infine ai lavoratori con queste parole: «Fraternamente uniti, bisogna muovere all’assalto delle nostre conquiste. Il patriottismo sia di tutto il popolo: andiamo a combattere!». Dopo aver ricordato Giacomo Matteotti, nel ventennale del suo barbaro omicidio per mano dei fascisti, la cerimonia si conclude sulle note di Bandiera rossa.
Non soltanto a Bari, tuttavia, si celebra quella giornata, ma in tutta la Puglia liberata: a Lecce, nel Politeama Greco, oltre agli esponenti delle locali sezioni dei partiti antifascisti – l’avv. Francesco Sansonetti per il Partito socialista, Vittorio Maradei e Pietro Refolo per il Partito comunista, Alfredo Bernardini per il Partito d’Azione ed infine l’avv. V. M. Stampacchia, capo della Federazione provinciale socialista – interviene anche il Ministro della Guerra, gen. Orlando. «Durante il tragitto del corteo una simpatica dimostrazione ha avuto luogo presso la sede della Croce Rossa Americana» – si legge nella Cronaca dalle province – «i cui dirigenti hanno aderito a fare unire la bandiera statunitense a quelle delle altre Nazioni, che insieme col tricolore italiano, aprivano il corteo».
Diverse manifestazioni si sono svolte in altri comuni della regione, con grande partecipazione ed entusiasmo delle masse lavoratrici. A Trani, nel Cinema Impero, ha parlato l’avv. Giacinto Francia per il Partito socialista; a Ruvo, nel cinema Vittoria, sono intervenuti l’avv. Domenico Loizzi del Partito d’Azione, Raffaele Salvatore, Manilo Mariani, Salvatore del Monaco e l’avv. Giuseppe Leone per gli altri partiti. Pluralità di interventi anche a Barletta, nel cinema Paolillo, a Sammichele nel cinema Dopolavoro, ad Alberobello, nel cinema Garibaldi, a Bitonto, nell’atrio del Palazzo San Domenico, e infine a Francavilla: qui, nel cinema Schiavoni, sono intervenuti l’avv. Mario Assennato e il prof. Cesare Teofilato, il maestro elementare che soltanto un anno prima, entrato nel mirino dell’Ovra (la polizia segreta di regime), era stato arrestato insieme a Tommaso Fiore e altri esponenti del movimento clandestino liberalsocialista, nell’ultima operazione repressiva del fascismo prima della sua caduta.