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«Il Premio Nobel per la letteratura a Pirandello apre una nuova era»

«Il Premio Nobel per la letteratura a Pirandello apre una nuova era»

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

«Il Premio Nobel per la letteratura a Pirandello apre una nuova era»

La Gazzetta del 9 novembre 1934

Ne scrive Wanda Gorjux su La Gazzetta del Mezzogiorno del 9 novembre 1934

Mercoledì 09 Novembre 2022, 15:41

«Il premio Nobel della letteratura attribuito a Luigi Pirandello», si legge su La Gazzetta del Mezzogiorno del 9 novembre 1934. A firmare il ritratto del grande scrittore e drammaturgo in terza pagina è «W. G.»: è una donna, Wanda Bruschi Gorjux, meglio nota ai lettori della Gazzetta con lo pseudonimo di «Medusa».

Nata a Bari nel 1888, si è laureata a Roma alla facoltà di Magistero, con una tesi su Giambattista Vico e Benedetto Croce come relatore. Insegnante alla scuola Gimma di Bari, è autrice di un saggio su Nietzsche e ha già all’attivo collaborazioni con riviste femminili italiane e straniere. Ha esordito come giornalista sul Corriere delle Puglie di Martino Cassano e ha sposato il giornalista Raffaele Gorjux, fondatore nel 1922 de La Gazzetta di Puglia, che nel 1928 diventa La Gazzetta del Mezzogiorno.

Proprio su queste pagine «Donna Wanda» cura diverse rubriche, tra cui «Pagine femminili» e «Piccola Posta». Nei suoi spazi quotidiani affronta argomenti diversi - lo sviluppo economico e commerciale della città di Bari, l’assistenza all’infanzia, la denuncia della mancanza di collegamenti ferroviari col resto dell’Italia – ma anche approfondimenti di natura letteraria.

«Quando Luigi Pirandello scrisse i primi drammi in cui con genialità rivoluzionaria si profondeva nel giuoco delle apparenze per trarne la sostanza e la verità di una filosofia dominante, furono aspre battaglie e polemiche. Ma i giovani lo seguirono», scrive la giornalista. «Tutto quanto poteva rinnovare e trasformare il teatro dall’intimo, Luigi Pirandello lo ha cercato, lo ha trovato, lo ha attuato, fino alla partecipazione degli spettatori, alla scena trasportata nel teatro, come nel “Ciascuno a modo suo” che suscitò così viva battaglia alla prima rappresentazione. Temperamento vulcanico, Luigi Pirandello è partito dal romanzo e dalla novella – ed assai spesso è ritornato al romanzo e non ha mai abbandonato la novella – ed è arrivato al teatro con un balzo e una rivoluzione di sé. […] Ha insegnato agli italiani la differenza tra umorismo, comicità e satira; ha insegnato come l’italiano possa scrivere drammi e commedie; come l’italiano sia acuto psicologo quanto e più di ogni altro, ha infine insegnato agli artisti italiani l’audacia di osare, di rinnovare; ha ridato il valore alla invenzione; ha ritrovato infine la ricchezza fantastica, dote, magnifica dote del genio italiano. Ed è per questo merito, sopra tutti gli altri, che la storia dell’arte italiana registrerà, segnando il nome di Luigi Pirandello tra quelli degli artisti che danno carattere ad un periodo e segnano l’inizio di un’epoca nuova», conclude Wanda Gorjux sulla Gazzetta di ottantotto anni fa.

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