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Alluvione, Firenze sommersa dall’Arno

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

Alluvione, Firenze sommersa dall’Arno

Nel ‘66 l’ondata eccezionale di maltempo

Sabato 05 Novembre 2022, 10:09

«Diciotto morti accertati finora, intere regioni sommerse da acqua e fango; sconvolte le comunicazioni ferroviarie, aeree, stradali; danni per centinaia di miliardi; oltre 50mila uomini impegnati nell’opera di salvataggio e di soccorso. Questo il doloroso panorama causato dalla paurosa, eccezionale ondata di maltempo che ha sconvolto la Penisola dalle regioni nord orientali alla Sicilia, assumendo, soprattutto a Firenze, le proporzioni di un vero e proprio ciclone». È il 5 novembre 1966: il titolo in prima pagina de «La Gazzetta del Mezzogiorno» rende bene l’idea dello spaventoso cataclisma abbattutosi il giorno prima su tutto il Paese.

La Toscana è la regione più colpita, in particolar modo Firenze: si tratta dell’alluvione più imponente della storia della città, completamente sommersa dalla furia dell’acqua dell’Arno. «I danni sono incalcolabili, in tutta la zona inondata negozi e abitazioni sono stati invasi dalle acque per un’altezza che varia da uno a due metri. Le acque piene di fango e di detriti, scorrendo velocemente, hanno trasformato le strade in fiumi paurosi».

Alle 9 della mattina è saltata la luce e dalle 10 anche tutte le linee telefoniche. Trattandosi di un giorno festivo (fino al 1976 il 4 novembre sarà solennità civile a tutti gli effetti), fortunatamente molte persone si erano attardate ad uscire di casa. Nelle pagine interne, la «Gazzetta» pubblica una impressionante foto di piazza della Signoria completamente allagata. «Per il momento il patrimonio artistico a Firenze sembra non correre troppi rischi. La Galleria degli Uffizi è al sicuro, come pure il Duomo; invece in Santa Maria Novella, nel battistero di San Giovanni e in piazza della Signoria l’acqua scorre copiosa, ma sembra non aver danneggiato per ora alcuna opera d’arte». In realtà, i danni provocati dall’alluvione sono ingenti: rovinati per sempre beni artistici e culturali conservati nelle case nobiliari, nelle botteghe, nei luoghi di culto.

Anche i documenti dell’Archivio di Stato e il patrimonio librario della Biblioteca nazionale di Firenze subiscono danni quasi del tutto irreversibili. In breve tempo, però, si riuscirà ad organizzare le operazioni di ricognizione, trasferimento e asciugatura del materiale danneggiato. Si metterà in moto, così, un’imponente macchina degli aiuti: i cosiddetti «Angeli del fango», ragazzi arrivati da tutta Italia e anche dall’estero, accorreranno in città per contribuire al recupero di beni e monumenti. Il numero definitivo delle vittime non sarà mai ufficialmente dichiarato: secondo recenti stime, l’alluvione del ‘66 ha provocato almeno 17 morti a Firenze e 18 nei Comuni della provincia.

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