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Palese: «Recupereremo ritardi su strutture private. Inadempiente è il ministero»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Palese: «Recupereremo ritardi su strutture private. Inadempiente è il ministero»

L’assessore alla Salute: «Senza riparto del fondo non sappiamo come fare»

Lunedì 28 Novembre 2022, 14:48

BARI - «Mi assumo la responsabilità di dire che non c’è alcun tipo di rischio dell’avvio della procedura che porta al commissariamento. E immagino che non ci saranno valutazioni di tipo politico che possano danneggiare la sanità pugliese». L’assessore regionale alla Salute, Rocco Palese, ha partecipato alle riunioni del tavolo Adduce e offre una lettura tranquillizzante. Ma, anzi, rimanda le accuse al mittente: «Nella verifica non ho riscontrato difficoltà insormontabili. Il ministero non è in condizione di fare alcuna ulteriore azione nei confronti delle Regioni che - ai due precedenti governi - hanno chiesto il rimborso delle spese covid, la copertura dei costi energetici e l’adeguamento del fondo sanitario all’inflazione. E non hanno mai ricevuto risposta».

Cioè insomma sta dicendo che è il ministero ad essere inadempiente?

«Certo, anche perché i nuovi criteri di riparto del fondo sanitario, previsti da una legge del Parlamento, non sono ancora stati applicati. E la Lombardia continua a dire no a tutto. Siamo a fine anno e la ripartizione del 2022 ancora non c’è, una cosa mai vista».

Però anche la Puglia ha i suoi peccati. Siete in piano di rientro, perché non presentate il Piano operativo?

«Non possiamo presentare un Piano operativo senza sapere quanti soldi avremo nel 2022. Sul problema del payback dei dispositivi ballano 240 milioni. Abbiamo garantito che lo presenteremo tra qualche giorno, ma non potrà che avere valore provvisorio».

E sugli accreditamenti di Rsa e Rssa?

«Lo riconosco, il problema esiste ma stiamo cercando di correre ai ripari attraverso una semplificazione. Le strutture sono 400, in 4 mesi siamo riuscite a farne dieci. Di questo passo finiremo nel 2090. Ma in assessorato ci manca il personale. Oggi il Sociosanitario, che ha competenze enormi, ha appena 36 persone per occuparsi di tutto, dieci anni fa ne aveva il doppio e seguiva solo le case di riposo».

L’istituzione dei policlinici di Lecce e Taranto, tanto sbandierata, non può andare avanti finché non chiarirete al ministero come intendete fare.

«C’è una raccomandazione del ministero in base a cui la creazione delle nuove aziende ospedaliere deve essere chiarita sul piano economico. Stiamo parlando semplicemente del costo per gli organi delle aziende. Presenteremo lo studio di fattibilità all’interno del Piano operativo. La parte sanitaria sarà sostenuta dal fondo sanitario, tutto il resto va sul bilancio autonomo. Le scuole di medicina sono state regolarmente approvate dal ministero dell’Università, su questo non c’è nessun dubbio».

Quest’anno è andata bene sulla mobilità passiva, ma il rischio è che dopo il covid si riprenda a spendere centinaia di milioni. Cosa ne pensa?

«C’è una enorme distorsione sul principio della mobilità passiva, con un meccanismo che porta i pazienti dal Nord al Sud in maniera anche immotivata. E alcune regioni, mi riferisco all’Emilia Romagna, hanno addirittura dato indirizzo alle proprie Asl di trattare in maniera prioritaria gli interventi di chi viene da fuori. È chiaro che così non può funzionare».

Sotto osservazione ci sono anche le stabilizzazioni del personale. Alcune Asl hanno superato, e di gran lunga, i tetti assegnati. Voi che fate?

«Bisognerà stare attenti, ma mi risulta anche il Parlamento stia legiferando nel senso di escludere le stabilizzazioni dal tetto per la spesa del personale».

Martedì è previsto un nuovo round in Conferenza delle Regioni. Cosa accadrà?

«O si trova un accordo sull’ipotesi di riparto predisposta dall’Emilia Romagna, oppure la palla passerà a Palazzo Chigi e ai ministeri che entro 40 giorni stabiliranno il fondo. Mi auguro che la soluzione arrivi presto».

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