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Arpal, c’è un nuovo rebus sul dirigente del personale

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Arpal, c’è un nuovo rebus sul dirigente del personale

I consiglieri regionali: «È vietato nominare un esponente politico». La commissaria Pellegrini: «Stiamo verificando»

Giovedì 17 Novembre 2022, 13:40

BARI - La riorganizzazione dell’Arpal dovrà passare anche attraverso la verifica degli attuali assetti interni, oltre che della legittimità della nomina del capo del personale. Lo ha spiegato ieri il commissario dell’agenzia per il lavoro, il capo dipartimento Silvia Pellegrini, alla Seconda commissione presieduta da Antonio Tutolo. Un’audizione chiesta per fare il punto sulle procedure per la sostituzione del direttore generale Massimo Cassano, dichiarato decaduto con una legge regionale, ma che nel frattempo ha presentato ricorso al Tar e sta continuando a presentarsi regolarmente in ufficio.

La Pellegrini ha illustrato ai consiglieri l’attuale assetto dell’Arpal, e in particolare il nuovo organigramma adottato da Cassano il 27 ottobre (cioè alla vigilia dell’entrata in vigore della legge di decadenza), «mai comunicato alla Regione», che ha creato un mega «coordinamento di staff» e mette tutti i dirigenti a riporto del direttore generale. In questo quadro, il Consiglio ha chiesto alla Pellegrini una verifica sul dirigente del personale dell’Agenzia, Luigi Mazzei, che ricopre (lo dichiara lui stesso su Facebook) anche l’incarico di coordinatore provinciale del movimento politico Puglia Popolare, quello fondato da Cassano. La legge (il decreto legislativo 150/2009) impedisce di affidare «incarichi di direzione di strutture deputate alla gestione del personale a soggetti che rivestano o abbiano rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici». Mazzei ha vinto il concorso Arpal in estate, e poco prima delle Politiche ha disposto una lunga serie di trasferimenti di personale attraverso ordini di servizio. «Il dirigente - ha spiegato la Pellegrini - ha firmato la dichiarazione in cui attesta l’assenza di cause di inconferibilità dell’incarico, ma a seguito dell’istanza del Consiglio regionale sono in corso ulteriori approfondimenti».

Gli approfondimenti (chiesti dal Consiglio regionale) riguarderanno anche le «coincidenze» in materia di assunzioni: i contratti stipulati con esponenti politici riconducibili alla lista di Cassano e con alcuni parenti. E anche l’utilizzo dei «formatori», per i quali Arpal spende 600mila euro al mese per l’affidamento di servizi all’ente di formazione Epcpec. Una scelta che doveva servire ad accompagnare alla pensione i formatori storici, ma che invece sembrerebbe essere stata utilizzata per assumere altro personale (tipo i figli dei consiglieri comunali di Bari che hanno aderito alla lista di Cassano): «Stiamo verificando i numeri relativi alla platea storica dei formatori - ha detto Pellegrini - e li riferiremo al Consiglio».

Il commissario ha poi ricostruito il suo insediamento in Arpal, il 4 novembre, quando ha ordinato il cambio delle password delle caselle di posta elettronica: contro questa decisione Cassano ha presentato una istanza urgente che il Tar di Bari ha però rigettato. «La prima richiesta di decreto “inaudita altera parte” - ha detto Pellegrini - è stata ricevuta all’Arpal alle 17,07 del 7 novembre, nello stesso momento in cui stavamo firmando un verbale con i dirigenti». Il giorno dopo, ha aggiunto il commissario, «i dirigenti hanno mandato una lettera in cui chiedevano di soprassedere all’esecuzione del verbale in attesa della decisione del Tar».

Lunedì Cassano ha notificato il ricorso ordinario alla giustizia amministrativa, la cui discussione non è ancora stata fissata. Nel ricorso l’ex direttore generale chiede i danni anche al commissario-capo dipartimento, che dovrà dunque costituirsi per difendersi. Nel frattempo - ha annunciato ieri Pellegrini - è stata predisposta la bozza di delibera di giunta regionale che contiene l’avviso pubblico per la nomina del consiglio di amministrazione dell’agenzia, previsto dalla legge di riforma. La delibera dovrebbe essere approvata a breve, portando così a compimento la riforma dell’Arpal.

«Dall’audizione - ha commentato il consigliere regionale Fabiano Amati (Pd) - sono emerse numerose stranezze che fanno sorgere dubbi sull’imparzialità della azione amministrativa dell’agenzia. Speriamo di poter mettere fine al più presto a questa vicenda».

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