La Protezione civile pugliese potrebbe essere guidata da un militare, idealmente un esperto di logistica proprio come lo era il generale Francesco Paolo Figliuolo, l’alpino che ha guidato l’emergenza covid. È la figura che Emiliano vorrebbe per cancellare l’esperienza di Mario Lerario, arrestato in flagranza il 23 dicembre dello scorso anno con una mazzetta in mano. Ed è per questo, per trovare un nuovo dirigente competente e che non si faccia arrestare, che ieri la giunta regionale ha istituito nell’organizzazione regionale un nuovo dipartimento, chiamato appunto «Protezione civile e gestione delle emergenze»: una posizione dirigenziale di vertice da 130mila euro l’anno, che la Regione vorrebbe coprire con un innesto esterno.
L’idea - spiegano dall’entourage di Emiliano - è nata all’indomani dello scandalo Lerario e in particolare nei primi giorni dell’emergenza ucraina, quando la Regione ha cominciato a doversi occupare dell’accoglienza dei profughi e si è resa conto della necessità di interfacciarsi con gente esperta di logistica. Da qui l’idea di creare un nuovo dipartimento regionale, l’undicesimo, cui affidare tutte le attività per l’emergenza e in particolare la gestione delle sedi: dal numero unico 112 (che partirà dopo aver speso un altro po’ di soldi in lavori), alla centrale operativa di Foggia dedicata alle attività antincendio che la Regione vorrebbe dotare di aerei Canadair di proprietà, fino ad arrivare alla gestione dei volontari. Il capo dipartimento dovrà essere scelto attraverso un avviso pubblico, aperto a tutti. Emiliano vorrebbe un militare, un ufficiale superiore, per il quale però potrebbero esserci problemi di compatibilità: potrebbe dunque puntare anche su un colonnello o un generale in pensione. Sotto il dipartimento ci saranno due strutture: la sezione Protezione civile vera e propria (oggi retta da un dirigente a interim, Nicola Lopane), e un’altra struttura speciale che si occuperà dell’avviamento del Numero unico per l’emergenza e della gestione delle sedi territoriali.