È un’Italia spaccata in due quella che emerge dall’«Indice regionale di maltrattamento all’infanzia», il report annuale curato dalla Fondazione Cesvi. Un termometro prezioso per valutare il benessere dei minori italiani e che, purtroppo, restituisce la stessa fotografia di tante altre analisi: un Nord virtuoso dove si arroccano le prime dieci posizioni e un Mezzogiorno in pieno «sprofondo» con la Basilicata, in leggera ripresa rispetto agli anni scorsi, al 15esimo posto e la Puglia al 17esimo come nel 2021. Entrambe incassano il target di «regioni ad alta criticità». Ancora più in basso, manco a dirlo, Calabria (18), Sicilia (19) e Campania (19), mentre il podio lo conquistano Emilia-Romagna, Trentino e Veneto.
Il titolo dell’indagine, però, non tragga in inganno. Il termine «maltrattamento» non designa esclusivamente violenze e abusi su minori, come si potrebbe erroneamente presumere, ma inquadra uno spettro di fattori molto più ampio: dalla qualità della vita all’alimentazione, passando per l’accesso all’istruzione e il Pil familiare. Numeri che riguardano gli adulti più che i bambini. E senza dimenticare gli effetti devastanti del biennio pandemico che hanno moltiplicato, fra giovani e giovanissimi, i casi di depressione, autolesionismo, fino a veri e propri tentativi di suicidio. Si tratta dunque di valutare, più che altro, la forza del sistema di supporto - famiglia, società, servizi, istituzioni - che ruota intorno al minore ed eventualmente ne garantisce o mina il benessere a seconda del suo livello di efficienza...