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Maiellaro: «Bari, devi tornare padrone del San Nicola»

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Maiellaro: «Bari, devi tornare padrone del San Nicola»

«Il gruppo di Auteri sta giocando una stagione positiva ma non sufficiente per la promozione diretta»

Mercoledì 16 Dicembre 2020, 10:49

«Quando giocavo, lo dicevo sempre: prima il Della Vittoria e poi il San Nicola erano i miei teatri e la domenica andavo in scena». Per un artista come Pietro Maiellaro, esprimersi nel «suo» stadio era davvero il massimo. Non a caso, il suo quadriennio biancorosso (1987-91, con 119 presenze e 26 reti) è stato scandito da un rendimento interno spesso esaltante. Nell’intero torneo 1989-90 (quello che portò alla promozione in serie A) tra le mura amiche arrivò una sola sconfitta, così come nel biennio in massima categoria, a Bari sono cadute big come Juventus e Milan ed altre «presenze fisse» del campionato come Cagliari, Atalanta, Bologna, Genoa sono state spesso subissate di reti.

Il Bari attuale, invece, continua ad essere timido in casa: su sei match disputati, tre sono le vittorie, con due pareggi ed una sconfitta. Un totale di 11 punti conquistati che rende la formazione di Auteri soltanto ottava sul rendimento interno. «A volte i numeri sono frutto di casualità», spiega Maiellaro. «Ho visto la partita contro la Vibonese: il Bari meritava di vincere almeno 3-0, ma capitano le giornate in cui il campo non dice la verità. L’importante adesso è non farne un caso. Domenica si torna al San Nicola, arriva una squadra forte come l’Avellino: bisogna farsi trovare pronti».

Contro gli irpini, peraltro, mancheranno ben cinque elementi: agli infortunati Minelli e Citro, si aggiungeranno gli squalificati Sabbione, De Risio e Montalto. Quest’ultimo, espulso dalla panchina per offese all’arbitro, ha rimediato una sanzione addirittura di due turni.

Maiellaro, per una squadra che vuole vincere il campionato, è fondamentale il fattore campo. Il Bari non ci sta riuscendo.
«Penso che si tratti di un andamento generale per il gruppo di Auteri che sta disputando una stagione nel complesso positiva, ma non sufficiente ad ottenere la promozione diretta. Senza pubblico, peraltro, giocare in casa o fuori ha un’importanza relativa. Certo, per una squadra tecnica come il Bari dovrebbe essere un vantaggio sfruttare un campo grande come quello del San Nicola ed un terreno regolare come se ne vedono pochi in C. Senza dubbio alla squadra sta mancando l’apporto del pubblico che in una piazza del genere ti può trascinare. Ma c’è anche un’altra faccia della medaglia: i tifosi giustamente non possono sopportare la serie C e, di fronte a risultati altalenanti, probabilmente si sarebbero fatti sentire. Ma è normale in una piazza che ha disputato più di 30 campionati di serie A».

Come si può credere all’inseguimento alla Ternana?
«Se gli umbri continuano così, arriveranno alla soglia dei 100 punti: onestamente non lo credo possibile. Soffriranno anche loro momenti di calo. La ricetta è semplice: il Bari deve inanellare una lunga serie di successi, colmando una lacuna che è emersa già lo scorso anno».

Il mercato ormai alle porte potrà essere d’aiuto?
«Deve essere un’opportunità da sfruttare. Non penso che serva un’altra rivoluzione, ma non perderei l’occasione di prendere tre-quattro giocatori in grado di essere realmente determinanti in questa categoria, di saper vincere le partite. Perché se la promozione dovesse passare dai playoff, stavolta non si potrà fallire».

Ma è vero che Bari genera pressioni in grado di condizionare la squadra?
«Ognuno ha una diversa reazione. A me, per esempio, le critiche caricavano: restare nell’anonimato mi faceva impazzire. Ma capisco chi possa restarci male. Però vorrei dire una cosa ai ragazzi del Bari: nessuno vuole discutere chi sta dando tutto per la causa. Le difficoltà capitano, il mio rispetto per i professionisti biancorossi è sacro. Le osservazioni devono essere prese in modo costruttivo, cogliendo la buona fede e l’amore di chi per quella maglia gloriosa ha dato davvero tutto».

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