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Bari, sconfitta inutile e fastidiosa
Il Roccella aiutato anche dall'arbitro

 
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Bari, sconfitta inutile e fastidiosaIl Roccella aiutato anche dall'arbitro

Un rigore inesistente regala una storica vittoria alla squadra calabrese

Lunedì 06 Maggio 2019, 15:27

Sconfitta fastidiosa, sì. Un po’ perché perdere non è mai una condizione accettabile, specie per chi è reduce da una stagione scintillante. E un po’ perché è stata causata da una conclamata svista arbitrale (il rigore fischiato al Roccella è invenzione pura, per fortuna a stagione già in archivio). Sconfitta, però, anche tremendamente inutile. Uno zero che non sposta di una virgola il presente e nemmeno si può pensare possa condizionare l’immediato futuro con i biancorossi che andranno a caccia dello scudetto di categoria. Partita bruttarella. A tratti soporifera. Ma nulla che fosse non preventivabile. In un campionato mediocre e con le motivazioni vicino allo zero nessuno si aspettava bollicine e bel gioco. Magari un risultato diverso dalla sconfitta, non foss’altro per ragioni di orgoglio. Dettagli, comunque. Il Bari resta il Bari anche dopo un pomeriggio così brutto. Con le sue certezze, i suoi valori e un futuro da costruire nel segno di un progetto ispirato all’ambizione. Si volta pagina in fretta per l’ultimo sforzo di una stagione che ha già segnato l’inizio di una nuova era. Quella della rinascita. Fuori Floriano e Brienza, la notte mette fuori uso anche Simeri. Con Cornacchini costretto a varare un tandem pesante: Iadaresta-Pozzebon. A Liguori e Neglia il compito di garantire rifornimenti sfruttando fantasia e rapidità. C’è Feola titolare, uno che in D avrebbe dovuto costituire una certezza ma che si è visto poco e che, soprattutto, ha inciso pochissimo. La gara è piatta, ritmi blandi, nessuno che ha forza per strappare. Serve un episodio per sbloccarla e infatti è un calcio da fermo a provocare il sorprendente vantaggio del Roccella: Di Cesare si fa superare da Mbaye e Amelio, in gol anche nel match di andata con una sassata da fuori area, batte Marfella con un sinistro che va a «morire» all’incrocio dei pali (42’). Prima e dopo il taccuino regala tracce di un Neglia abbastanza ispirato. Prima un sinistro che termina di poco a lato, poi un destro dalla grande distanza che costringe il portiere di casa, Scuffia, a un intervento tutt’altro che agevole. Il Bari non ha certo voglia di perdere. E nella ripresa, seppur senza mai dare l’impressione di essere realmente in palla, comincia a pigiare il piede sull’acceleratore. Si scuote anche Cornacchini che, dopo 12’, sostituisce Quagliata e Pozzebon con Nannini e Mutti. Ancora Neglia ispirato: sul suo cross Iadaresta spreca un’occasione favorevole mandando fuori di testa da ottima posizione (60’). Dentro Langella, out Liguori. Passano 4’ e il Bari rimette le cose in equilibrio. Feola segna un gol sfruttando l’opportunismo dei bomber di razza su suggerimento di Iadaresta (1-1). Il solito Neglia non si dà per vinto e cerca ancora il gol. L’assistenza è ancora firmata Iadaresta, l’ex Siena manca la soddisfazione personale per pochi centimetri. E allora succede l’impensabile. L’arbitro, in pieno recupero (92’), vede un mani che non c’è. Di Cesare colpisce con la spalla, non certo di mano. Pizzutelli trasforma il conseguente rigore. Senza che, poi, ci sia il tempo per provare a evitare una sconfitta fastidiosa ma, soprattutto, inutile. Ora sotto con lo scudetto. Non una cosa di cui andare particolarmente fieri. Ma un modo per non perdere l’abitudine alla vittoria.

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