Domenica ultima di andata il Bari dei Presidenti Aurelio e figlio Luigi, di Cornacchini e della sua nidiata di giovani, ottimi calciatori nell’aula magna dello Stadio San Nicola riceverà la laurea di Campione d’Inverno del Girone I. Diciamo pure il miglior Campione d’Inverno di tutta la Serie D. Tutti questi ambìti, giusti festeggiamenti avverranno mentre in Campania miseramente sotto i portici di Portici la povera Turris - undici chilometri più indietro in classifica - si abbandonerà alla triste, bella canzone napoletana “Vierno, che friddo in da 'stu core” . E rivolta alla Serie C: ” La Luna Biancorossa me parla 'e te. E meglio del Bari in Serie D nun ce sta’ nisciuno”.
Il Bari neo Campione ormai lanciato “via col vento” verso la Serie C dirà nei mesi rigidi di gennaio e febbraio al suo fedele tifoso ”Amami Al freddo” in attesa della Primavera quando saranno alzati i “ lieti calici” della promozione. Ospite domenica del San Nicola il Roccella O ‘Hara lontano parente (?) dell’eroina del grande romanzo e film americano sulla guerra tra Sudisti e Nordisti quella con contorno di indiani sempre aggressivi, pronti a scotennare, puntualmente sgominati dall’onnipresente, mitico Settimo Cavalleggeri.
Il Roccella da buon ragazzo anzi da brava ragazza sudista è pregata – stiamo sotto Natale – di non fare brutti scherzi come lo stavano facendo quei simpatici figli di Troina quel maledetto mercoledì di paura allo Stadio San Nicola. Cara Roccella, fatti abbracciare dalle dure mani callose d’un maschiaccio focoso Clark Gable calabrese. Abbandonati al suo petto villoso e lascia stare i tre punti di Bari. Perché domani come dice alla fine il grande romanzo per te sarà un altro giorno.
Come il Bari che nei giorni successivi, nelle due settimane di riposo, si farà accarezzare “via col vento” dal vento frizzante di primo mattino del Lungomare all’altezza della Rotonda. Non come quella lucana di domenica, l’altra di fronte al busto di Armando Diaz.
Tonio Vurro