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Viva le sacerdotesse dei sentimenti: parlare con Drusilla

 
Milena Pistillo

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Milena Pistillo

Viva le sacerdotesse dei sentimenti: parlare con Drusilla

Domenica 20 Luglio 2025, 18:42

Drusilla Foer, cantante, attrice e autrice originaria toscana si cimenta con successo in teatro, in televisione e al cinema. Memorabile il suo monologo al Festival di Sanremo 2022 sulla unicità dell’individuo. Ha al suo attivo due spettacoli teatrali di grande successo, Eleganzissima e Venere nemica.Il suo nuovo format, “Parla con Dru. Chiacchiere e canzoni” concluderà il festival Il libro possibile di Vieste. Le abbiamo rivolto alcune domande:

 Lei chiuderà il festival  Il libro possibile di Vieste con il suo format Parla con Dru. Chiacchiere e canzoni. Quanto è importante per lei l’interazione con il pubblico?

«Dopo un lungo periodo complicato della mia vita ho voluto fare un punto della situazione relazionandomi con il pubblico, anche fare i conti con le sue perplessità per un nuovo punto di partenza, come quando si apre una finestra e si respira aria più fresca per rigenerarsi».

Che posto occupa la musica nella sua vita e in base a cosa sceglie le sue canzoni negli spettacoli?

«La musica è da sempre la “badante” della mia emotività, specie nei momenti più difficili. Non penso alla vanità vocale, al virtuosismo, ma all’ ispirazione. Mi piacciono i pezzi “ispirati”, che hanno qualcosa da raccontare. Non ho un genere che privilegio, li frequento tutti. Sono una divoratrice di musica».

Lei viene definita spesso una icona di stile. Ho la sensazione che non le piaccia molto questa etichetta. Se non è un’icona di stile, come si vede allora?

«Guardi, una donnina in ordine, una vecchia signora perbene, curata, con un suo gusto. Sfatiamo il mito della eleganza: non c’è eleganza nel vestito ma nella persona che lo indossa».

Lei ha in programma dopo Parla con Dru il Frida opera musical a partire da ottobre e Venere nemica da gennaio 2026, ispirata alla favola di Apuleio “Amore e Psiche”. Ci parla un po’ di questi due spettacoli? Cosa o chi interpreterà?

«Di Frida Kahlo mi affascina la sua vita difficile ma molto coraggiosa, la sua determinazione alla autenticità, il suo rapporto sincero con il dolore esibito anche nei suoi dipinti; in questo musical interpreto Catrina, la morte della cultura messicana, molto presente nella vita di Frida, una signora non lugubre ma vestita elegantemente perché rappresenta la morte come un aspetto naturale della vita, una grande festa per onorare la conclusione dell’esistenza. Venere nemica è un testo scritto qualche anno fa e parla della dea Venere che, stanca dell’Olimpo, scende sulla terra, va a Parigi, sta in mezzo agli uomini perché è lì che c’è la finitezza della vita, l’urgenza di vivere in contrasto con l’eternità degli dei».

L’ironia è il sale della vita, forse l’unica chiave di comprensione della realtà. Quanto abbiamo bisogno di leggerezza oggi, secondo lei?

«Io non ho la benché minima capacità di essere leggera, sono tormentata. Oggi la leggerezza è poco praticabile a causa dei conflitti, del vento politico, della regressione culturale ma sono certa che la lievità tornerà, accompagnata dal sorriso».

Lei usa lo humour per raccontarsi e per esorcizzare alcuni “demoni” sociali come il perbenismo, il classismo, l’ipocrisia. Riusciremo mai a costruire una società migliore, meno perbenista, meno classista, meno ipocrita?

«Domanda a cui è difficile rispondere. Sono secoli che stiamo cercando di farlo, cercare il senso primario della vita e i valori più autentici. Sebbene sia una utopia, mi piacerebbe che trionfassero convivenza e accoglienza per un mondo migliore, più giusto, più a misura d’uomo».

Quale trasmissione televisiva o performance teatrale che l’ha vista protagonista le ha dato maggiore gratificazione, non solo in termini di successo e di fama?

«L’Almanacco del giorno dopo è stata una bellissima esperienza, ho potuto dire molto in questo format, leggere poesie futuriste, ridere ma anche vivere momenti di grande intensità emotiva: una grande libertà di espressione».

Tutti abbiamo un romanzo della nostra vita. Qual è il romanzo che più la rappresenta?

«Oblomov di Goncarov. Poi anche Memorie di Adriano della Yourcenar. Recentemente sono diventata un po’ pigra come lettrice ma trovo che la lettura non sia un luogo di solitudine bensì  di incontro con il sé più profondo».

Per concludere le leggo una citazione da Shakespeare, da Pene d’amor perdute: “Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie che mostrano, contengono e nutrono il mondo.” Come commenta questa bellissima dichiarazione d’amore per le donne?

«Shakespeare ha sempre ragione. Un genio universale. Le donne hanno sempre ricoperto il ruolo - insostituibile - di vestali della affettività che poi trasmettono ai loro figli. Certo oggi le donne hanno conquistato più spazi sociali, più visibilità ma restano sempre le sacerdotesse del sentimento e della emotività di cui sono custodi assolute».

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