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Rimborsopoli Ordine ingegneri
chiesto processo per 6 persone

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Rimborsopoli Ordine ingegnerichiesto processo per sei

L’ex presidente Perrini e i suoi collaboratori sono accusati di «spese pazze»

Martedì 03 Aprile 2018, 07:40

17:53

GIOVANNI LONGO

Rimborsi spese per il tragitto casa-lavoro; pernottamenti in hotel a cinque stelle in occasione di congressi; promozioni del personale e un’assunzione diretta senza concorso pubblico; premi produzione e «quattordicesime» senza una apposita delibera; anche un regalo di nozze a un dipendente. Tanto, pagava l’Ordine degli ingegneri. Al centro dell’inchiesta, «prassi» e «tollerate attività di fatto» con cui per anni sarebbe stato gestito in passato. La vicenda delle presunte «spese pazze» arriva all’udienza preliminare.

Stando alle indagini condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, coordinati dal Pm Federico Perrone Capano, molte delle spese non passavano dall’esame e dall’approvazione del Consiglio dell’Ordine come sarebbe dovuto accadere. Ma alcuni degli episodi sono troppo datati: così la Procura ha chiesto l’archiviazione. Se otto indagati escono di scena, per altri sei però il Pm ha chiesto il rinvio a giudizio. Si tratta dell’ex presidente dell’Ordine, Angelo Domenico Perrini, della ex tesoriera dell’Ordine, e di altri quattro dipendenti. Per loro l’ipotesi di reato è peculato. Solo a Perrini vengono anche contestati alcuni presunti abusi d’ufficio. La maggior parte degli episodi sotto esame riguarda il periodo 2009-2012. Altri sono più recenti (2016).

Ampio il ventaglio della presunta gestione «allegra» delle casse dell’Ordine. Si va dai rimborsi per le trasferte relative al percorso casa/sede dell’Ordine per circa 5mila euro contestate a Perrini, al regalo di nozze (un assegno da mille euro) per il matrimonio di un dipendente. Nel lungo elenco figurano anche tre assegni bancari (per complessivi 5mila euro) a titolo di rimborsi spese pagati dall’ente a favore di tre dipendenti, pare senza giustificazione. E poi c’è anche l’affidamento diretto di corsi sulla sicurezza sul lavoro ad una società «in violazione della normativa in materia di contratti e appalti pubblici»; un’assunzione a tempo indeterminato senza concorso, alcune promozioni, passaggi di livello, gratifiche una tantum, una transazione «in assenza di alcun contenzioso o rivendicazione», una gratifica per il pensionamento di una dipendente. Al di là dei singoli episodi, nel mirino è finito il modo ritenuto dall’accusa troppo allegro con il quale per anni sarebbero stati gestiti i soldi versati dagli ingegneri per far funzionare il loro ordine professionale.

«Gran parte delle accuse sono cadute - fa sapere l’avvocato Gaetano Sassanelli che assiste Perrini, l’ex presidente dell’Ordine -. Quanto al resto, siamo contenti che si arrivi finalmente all’udienza preliminare, perché in quella sede potremo dimostrare l’assoluta correttezza dei comportamenti del mio assistito».

L’inchiesta era partita a seguito da un esposto presentato dalla professoressa Titti Giasi che, da ex consigliere dell’Ordine degli ingegneri (il più votato), aveva messo in fila una serie di dubbi e perplessità sulla vecchia gestione. «L’ho fatto per aprire dei varchi di innovazione - osserva la docente -. Ritengo che un Ordine professionale deve avere come obiettivo principale aiutare gli iscritti, specie i più deboli e i più giovani soprattutto nei momenti di crisi. La mia denuncia aveva una finalità sociale. L’obiettivo era smuovere un sistema che secondo me non era adeguato ai tempi».

Una denuncia che le è costata tanto se, in un fascicolo parallelo, la stessa prof. (sembra un paradosso), è imputata per diffamazione e oltraggio a un corpo amministrativo, lo stesso Ordine degli ingegneri che lei voleva più trasparente.
«Voglio precisare - fa sapere a questo proposito l’avvocato Alessandro Iacobelli, che assiste la professoressa - che l’intervenuta richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura a carico di alcuni componenti del precedente Consiglio dell’Ordine degli ingegneri dimostra la correttezza dell’operato della professoressa Giasi e la palese insussistenza delle imputazioni a suo carico».

Chissà a questo punto cosa farà l’Ordine: se revocherà la costituzione di parte civile contro la professoressa Giasi e se, indicato come persona offesa dalla stessa Procura nel procedimento nei confronti di Perrini e gli altri, chiederà di costituirsi contro il suo ex presidente.

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