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Porto di Bari, picchetti
contro il grano canadese

 
grano duro

Presidi di Coldiretti: «Così mettiamo in luce la concorrenza sleale»

Venerdì 09 Giugno 2017, 09:50

19:17

BARI - La campagna cerealicola 2017 rinnova lo scontro tra le confederazioni agricole e le associazione degli industriali mugnai e della pasta. La Coldiretti Puglia oggi, a Bari, ha mobilitato un migliaio di agricoltori nella 'guerra del granò, scatenata dall’arrivo di una nave proveniente da Vancouver (Canada) carica di 50mila tonnellate di frumento da scaricare in Italia proprio alla vigilia della raccolta della produzione nazionale. «Un oltraggio insopportabile» secondo i coltivatori diretti, che hanno cosi presidiato il porto del capoluogo pugliese «divenuto negli ultimi anni il vero granaio d’Italia».

Protesta contestata dall’Associazione industriali mugnai d’Italia e dall’Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane che giudicano la manifestazione un attacco ingiustificato. «Le importazioni di grano sono indispensabili - spiega Italmopa - per ovviare al deficit soprattutto quantitativo del raccolto nazionale rispetto al fabbisogno dell’industria». «Non c'è nessun inganno nei confronti dei consumatori perché le etichette - sottolinea Aidepi - sono conformi alle normative vigenti».

Agricoltori, pastai e mugnai almeno su un punto, sul rischio che il consumatore sia disorientano e confuso sulla reale qualità della pasta, concordano e si dichiarano favorevoli alla legge sull'etichettatura obbligatoria del grano usato per fare la pasta. Un modo hanno spiegato il presidente ed il direttore di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele e Angelo Corsetti, «per rispondere alle richieste di 8 italiani su 10 che la ritengono necessaria per smascherare l’inganno del prodotto straniero spacciato per italiano. Il tutto in una situazione in cui in Italia un pacco di penne e spaghetti su tre contiene prodotto straniero senza che si sappia, mentre un pacco di pasta su cinque è fatto con grano canadese». Grano, spiega la Coldiretti nazionale, «seccato con il glifosate per garantire artificialmente un livello proteico elevato», che potrebbe essere maggiormente importato con l’approvazione dell’accordo Ceta. «Affermare - secondo Coldiretti - che è necessario importare dall’estero è una evidente falsità di chi vuole sottopagare il grano italiano facendo chiudere le aziende, per poi far finta di lamentarsi che non se ne produce abbastanza».

Il «grano giramondo» - secondo l’associazione dei coltivatori diretti - ha contribuito a far crollare del 48% i prezzi del grano pugliese, colpito da una speculazione da 145 milioni di euro. Così con 5 chili di grano non è possibile neanche acquistare un caffè, come gridato oggi a Bari in uno degli slogan dei manifestanti.

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