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Allarme dopo alcuni campionamenti
03 Aprile 2017
Sette campioni prelevati dall’Arpab fuori dal Centro Oli di Viggiano (Potenza) dell’Eni - in cui si lavorano decine di migliaia di barili di petrolio estratto dai giacimenti della Val d’Agri - hanno dimostrato la presenza, "molto cospicua», di manganese e ferro e anche di idrocarburi policiclici aromatici. Lo hanno reso noto oggi, a Potenza, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd), l'assessore regionale all’ambiente, Francesco Pietrantuono (Psi), e il direttore generale dell’Arpab, Edmondo Iannicelli.
Le analisi sono state fatte dopo un’avaria in un pozzetto avvenuto nello scorso mese di febbraio nel Centro Oli. La Regione Basilicata ha già chiesto all’Eni di intervenire sia per questo inquinamento sia per bloccare tre dei quattro serbatoi all’interno del Centro Oli che non hanno doppio fondo. Pittella, in pratica rispondendo all’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, che, la scorsa settimana, aveva detto che la compagnia era pronta a fare altri grossi investimenti in Basilicata, ha detto: «Prima l’area del Centro Oli deve essere messa in sicurezza, poi possiamo parlare dei progetti futuri dell’Eni».
Indagini dell’Arpab sono state fatte anche nelle acque della diga del Pertusillo, sempre in Val d’Agri, dove era stata notata una colorazione scura dell’acqua. Le analisi hanno dimostrato che si tratta di un processo dovuto alle alghe: nella diga, usata anche a scopi potabili in Puglia, non vi sono tracce di idrocarburi. «La diga - ha detto Iannicelli - è un sorvegliato speciale, sottoposto a stretta sorveglianza».
Sui temi «della sicurezza ambientale e della salute dei cittadini» la Regione Basilicata "andrà avanti, senza se e senza ma, senza nascondere nulla e facendo tutto ciò che è necessario, fino ad ogni estrema conseguenza». Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, oggi a Potenza nel corso di una conferenza stampa sui temi delle estrazioni petrolifere.
Pittella ha quindi evidenziato la volontà della Regione di "anteporre la sicurezza a ogni altro aspetto economico" derivante dai proventi del petrolio. Il governatore lucano e il direttore generale dell’Arpab, Edmondo Iannicelli, hanno poi spiegato ai giornalisti che «il livello di attenzione» è "altissimo» sulla diga del Pertusillo e sull'area del Cova, il Centro Olio di Viggiano (Potenza), dove - in particolare - la richiesta è quella di estendere i controlli all’area esterna alla struttura, fino al fiume Agri e al torrente Casale, e di effettuare anche carotaggi per esaminare le acque sotterranee.
In questo senso, nel terreno sottostante il Centro Olio è stato scoperto un sistema di drenaggio risalente al 1988, e quindi antecedente alla costruzione del Centro (probabilmente realizzato per adeguare l’area per scopi industriali) ma che potrebbe essere stato «il mezzo» attraverso cui gli idrocarburi hanno raggiunto l’area esterna e quindi il sistema fognario dell’Asi. Per questo motivo sono necessari controlli lungo tutto il perimetro della struttura, anche sui terreni privati. Due dei punti dai quali sarebbe emerso un superamento delle soglie, infatti, sono all’interno del Cova, nei pressi di un pozzetto, e cinque all’esterno, nell’area sud.
Per quanto riguarda invece la diga del Pertusillo, dalle analisi effettuate alla fine di febbraio è emerso che le colorazioni scure sono collegate a una fioritura algale, senza però elementi di tossicità: l’acqua - ha evidenziato Iannicelli - è perfettamente potabile e lo dimostrano «non solo le nostre analisi, ma anche i controlli fatti dagli enti pubblici e sanitari della Puglia».
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