MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - Una richiesta di parere all’Autorità anticorruzione dovrebbe sbloccare lo stallo in cui si trova Nicola De Sanctis, il manager dell’Acquedotto Pugliese che da due mesi attende il via libera al contratto di assunzione come direttore generale e strategie. Dopo le polemiche innescate dai grillini, il presidente Michele Emiliano ha infatti rinviato il via libera ed ha scelto la strada della richiesta all’Anac, mentre attende il via libera della conferenza Stato-Regioni al decreto Madia per rivedere le retribuzioni delle aziende partecipate.
La vicenda è nota ed è stata richiamata dai Cinque Stelle anche nella conferenza stampa della scorsa settimana, quando hanno accusato Emiliano di non mantenere gli impegni presi sulla ripubblicizzazione di Aqp. De Sanctis, ex Iren, è stato nominato presidente della principale società pubblica del Mezzogiorno ma, in applicazione dei nuovi tetti alle retribuzioni dei manager, percepisce uno stipendio di 60mila euro lordi l’anno, meno di quello dei suoi dirigenti: il tetto complessivo di 120mila euro deve infatti tenere conto anche delle retribuzioni degli altri due consiglieri della società.
De Sanctis era arrivato a Bari con la promessa che entro il 31 dicembre dello scorso anno avrebbe ottenuto il riconoscimento di una retribuzione commisurata alla sua esperienza (in Iren percepiva 350mila euro l’anno), anche per coprire i contributi previdenziali che al momento non percepisce. Ecco perché, in analogia a quanto fatto nelle società simili, la Regione aveva pensato di assumerlo come direttore generale e strategie, con un contratto a termine che avrebbe portato lo stipendio a 240mila euro l’anno. Ma a fine dicembre il cda di Acquedotto, su richiesta della stessa Regione, ha rinviato il via libera a seguito delle polemiche innescate dai grillini cui si è associato anche Mino Borraccino di Noi a Sinistra.
Emiliano avrebbe potuto procedere ugualmente, tuttavia - tramite il capo di gabinetto Claudio Stefanazzi - ha interpellato l’Anac di Raffaele Cantone per sapere se l’assunzione a termine di un componente del cda violi le norme sulle società partecipate. La risposta al quesito dovrebbe arrivare a breve e consentirà di andare avanti.
Ma a breve dovrebbe arrivare anche l’ok della Stato-Regioni al decreto Madia: dopo la sentenza della Consulta, infatti, il testo è stato ripresentato per sanare il vulnus rilevato dal giudice delle leggi, secondo cui non era sufficiente ottenere un semplice parere positivo da parte delle autonomie locali. La questione interessa Aqp perché nel decreto Madia ci sono, tra l’altro, le fasce retributive per i manager delle partecipate: il tetto massimo sarà pari a 240mila euro, ma eliminando ogni forma di gettone di presenza e di trattamento di fine rapporto. Dopo il via libera definitivo, dunque, Acquedotto dovrebbe poter raddoppiare lo stipendio dei suoi consiglieri d’amministrazione, e potrebbero esserci adeguamenti anche per quanto riguarda Aeroporti di Puglia.
In Aqp, però, resta aperta anche la partita della riorganizzazione interna. De Sanctis ha incaricato un cacciatore di teste di trovare i quattro nuovi dirigenti apicali che dovranno guidare i settori sensibili della società. Anche queste assunzioni sono state congelate in attesa di un chiarimento con l’azionista. Domani il presidente di Aqp dovrebbe incontrare la Regione per illustrare i risultati della ricerca dei nuovi dirigenti (tra i prescelti sembrerebbe esserci un solo interno, la responsabile dei servizi legali). Poi, anche in questo caso, dovrebbe arrivare il via libera per andare avanti.