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Olio, frantoi già chiusi
crolla la produzione

 
Frantoi già chiusi crolla la produzione

La raccolta olivicola registra un calo dell'80 per cento

Venerdì 09 Dicembre 2016, 10:11

10:23

di Stefano Lopetrone

LECCE - Mai così in basso. La produzione olivicola e olearia del Salento tocca i minimi storici: ci si aspettava un calo, ma non un crollo. Il record negativo non è ancora suffragato dai dati ufficiali. Ma basta parlare con gli operatori del settore per capire il dramma che si vive tra i produttori: stimano una riduzione che sfiora l’80 per cento rispetto al 2016. Pochissime le eccezioni. Gli agri di Vernole e Melendugno, per esempio: qui il calo non ha superato il 40 per cento.

Stavolta la xylella non c’entra o comunque ha un’incidenza marginale sul mancato raccolto. A far piangere lacrime amare ad olivicoltori e frantoiani non è il batterio, che «pesa» per circa l’8 per cento. La causa è invece da ricercare in un mix esplosivo tra eventi climatici e attacchi di fitopatie, tra cui la mosca olearia e la «lebbra».

Qualche segnale allarmante, spiega il presidente del Consorzio Dop Terra D’Otranto, Giovanni Melcarne, «si è già visto a maggio, nel periodo successivo alla fioritura: la quantità di frutti sulla pianta è apparsa subito scarsa, e non solo rispetto allo scorso anno, in cui vi è stato un raccolto record». Come se non bastasse, nei mesi successivi, si sono accanite sulle drupe la mosca olearia e la lebbra, fitopatie che hanno compresso l’integrità del prodotto. Il risultato? Ad inizio raccolta gli olivicoltori si sono trovati con alberi quasi completamente scarichi. Le poche olive «sopravvissute» sono invece rimaste danneggiate, spesso in modo irreparabile.

I frantoi, dunque, da sempre tradizionalmente in attività frenetica nel giorno dell’Immacolata, ieri erano quasi tutti chiusi. «A Morciano - dice Melcarne - l’ultimo giorno di apertura del frantoio di riferimento per i produttori della zona è stato a San Martino, l’11 novembre. E poche settimane dopo hanno chiuso anche i frantoi di quasi tutti gli altri comuni, da Gagliano ad Ugento, da Casarano a Trepuzzi».

Sarà una stagione da lacrime e sangue, dunque, per i fatturati del settore. A confermare la drammaticità della stagione olearia è il presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno. «Da dimenticare - allarga le braccia - anche se, va detto, arriva dopo un 2016 da incorniciare. Il rammarico è che nonostante gli attacchi diffusi della mosca e della lebbra, forse una raccolta anticipata avrebbe potuto aiutare a salvare parte del raccolto che è invece marcito sulle piante. Purtroppo - osserva il presidente di Coldiretti - abbiamo avuto un settembre caldo e umido, un clima quasi subtropicale, che ha fatto perdere grandi quantità di prodotto. Il fatto che in qualche area la situazione sia migliore ci dice che dobbiamo insistere sulla raccolta anticipata: penso a Vernole, dove si va ormai consolidando l’abitudine di avviare la raccolta ai primi di ottobre. Dobbiamo prenderne consapevolezza, solo così il territorio non perderà la capacità di produrre extravergine eccellente».

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