BARI - Uno slittamento di tre giorni, ma con un «gentlemen’s agreement» per concludere la discussione entro la giornata di lunedì. Anche - eventualmente - con una maratona notturna. Il presidente Michele Emiliano deve fare buon viso a cattivo gioco, ma dalla conferenza dei capigruppo emerge un compromesso che gli permetterà di portare a casa il risultato entro l’estate. La riforma della governance sui rifiuti non verrà discussa domani ma il 1° agosto. E così si disinnescano anche le proteste annunciate da centrodestra e grillini, che su questa partita si sentivano deufradati.
Il Consiglio regionale di domani ha all’ordine del giorno solo mozioni, e per portare in aula il ddl con le cinque firme era necessaria - da regolamento - l’unanimità dei capigruppo. Per questo ieri mattina Emiliano è intervenuto alla riunione. Ma dopo due ore, verificata l’indisponibilità di Fi, Cor e M5S a venire incontro alla richiesta, è stato il presidente del Consiglio, Mario Loizzo, a proporre una mediazione: si rinvia a lunedì, con un unico punto all’ordine del giorno e l’impegno a votare sui rifiuti in giornata, mantenendo fermo a giovedì 4 e venerdì 5 l’appuntamento con l’assestamento di bilancio. E così da Forza Italia, il capogruppo Andrea Caroppo rileva «un segno di resipiscenza del centrosinistra, anche se non sono venuti meno i nostri dubbi sull’impianto della riforma», mentre Ignazio Zullo (Cor) insiste sui soliti sospetti: «Gli emendamenti dell’Anci hanno migliorato moltissimo la proposta di legge. I pugliesi devono, quindi, sapere che questa legge scritta a tavolino da personaggi esterni alla Regione e con l'unico intento di creare una megapoltrona ad hoc è stata spedita al mittente e rivista grazie all'instancabile opposizione». «Questa riforma - dice però il vicepresidente del Consiglio regionale, Peppino Longo - cambia la struttura organizzativa e potrà dare un impulso alla chiusura del ciclo dei rifiuti, con una centralizzazione dell'impiantistica a regia regionale».
Ieri mattina il presidente Emiliano ha anche dato il suo assenso agli emendamenti predisposti dall’Anci, emendamenti che la giunta si è impegnata a fare propri. Servono a mantenere in capo ai Comuni - meglio, agli Aro - di spazzamento e raccolta, compresi dunque gli appalti, lasciando alla Regione il tema non meno centrale degli impianti. Ma ieri in Consiglio regionale si sottolineava, non senza un certo stupore, che anche la stessa Anci è apparsa lacerata al suo interno. All’audizione di martedì scorso in commissione erano intervenuti Paolo Perrone (sindaco di Lecce) e Michele Lamacchia (San Ferdinando) con propri emendamenti, ai quali si è detto contrario Gino Perrone (presidente Anci) e, per motivi diversi, anche Antonio Decaro (Bari) e Nicola Giorgino (Andria). La questione è stata ricomposta lunedì nel consiglio direttivo dell’Anci, dove è stata accantonata la proposta Lamacchia di affidare le competenze sui rifiuti all’Aip, l’Autorità idrica pugliese da cui giusto ieri Paolo Perrone si è dimesso da presidente (gli subentrerà Giorgino). Ieri Gino Perrone si dichiarava «moderatamente soddisfatto» del lavoro fatto sul ddl rifiuti: «Abbiamo concordato - dice - che sia la giunta a valutare se affidare competenze all'Aip, previo indispensabile e adeguato potenziamento strutturale, oppure se costituire una agenzia ad hoc nei tempi necessari». L’unica certezza è che si partirà con un commissariamento, da affidare a Gianfranco Grandaliano che di questa riforma va considerato a buon diritto l’ispiratore: la fase transitoria durerà non meno di 18 mesi.
m.s.