BARI - «La Regione aveva già preparato il piano di sgombero umanitario che stiamo eseguendo in questi giorni. Anzi, è una intuizione puramente investigativa avrei detto una volta, questo incendio mi smembra un modo degli antichi capi che controllavano il campo dal punto di vista giuridico, criminale, lavorativo, eccetera, per dire che si sono arresi e per evitare che altri se ne impossessassero una volta che loro ne fossero usciti, facendogli concorrenza sleale». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parlando oggi con i giornalisti dell’incendio che ieri ha distrutto la baraccopoli di Rignano Garganico (Foggia), conosciuta come il 'ghetto', dove in condizioni di vita precarie soggiornano, in questo periodo, circa 300 migranti impiegati spesso dai caporali nelle campagne del foggiano.
«E' una ipotesi investigativa - ha ribadito Emiliano - anche perchè l’incendio è stato devastante e, dal mio punto di vista, sembra essere stato appiccato in modo molto particolare. Certo, la giornata era molto ventosa e può essere che l’incendio fosse completamente accidentale». «Però - ha concluso - è singolare che tutto questo sia avvenuto dieci giorni prima del giorno previsto per lo sgombero».
«Non possiamo più consentire che nelle nuove strutture che andremo a costruire per questi lavoratori si possa creare una situazione paramafiosa come quella che esisteva nel campo di San Severo, perchè il sindaco di Rignano precisa che il campo è nell’area del comune di San Severo - ha spiegato Emiliano -. Noi - ha aggiunto - non possiamo più consentire che nelle strutture dove la Regione ospiterà i lavoratori in modo civile e non in quella maniera indegna, ci sia prostituzione, spaccio di droga, racket del caporalato come purtroppo è avvenuto per tanti anni in quel luogo che, per nostra sfortuna, era pure di proprietà della Regione Puglia».
Emiliano ha assicurato «assistenza umanitaria nei confronti di questi lavoratori sfruttati sia dai caporali, sia dai capi del campo, sia dalle imprese che in qualche maniera li impiegavano. Abbiamo ottenuto da parte delle imprese una presa di coscienza della necessità di utilizzare la forza lavoro assieme all’ospitalità e al sistema di trasporto per portare i lavoratori sul luogo senza ricorrere ai caporali». «Ora - ha concluso - tutta questa complessa vicenda è nelle mani del sistema delle imprese agricole pugliesi, del sindacato che ci ha aiutato moltissimo nella gestione del piano di sgombero umanitario, e delle forze dell’ordine e della Procura»