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Falso olio, Cia: «Occorre
tutela del Made in Italy»

 
Franco Giuliano

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Franco Giuliano

olio d'oliva

Venerdì 05 Febbraio 2016, 12:34

BARI - «Sulla questione legata alle frodi e alla contraffazione non va abbassata la guardia, perchè i produttori agricoli sono tra i più penalizzati. Per i produttori agricoli che lavorano ogni giorno sull'eccellenza, si tratta di un danno economico e di immagine inaccettabile, occorre tutelare il Made in Italy», lo afferma il presidente regionale della Cia - Agricoltori Italiani di Puglia, Raffaele Carrabba, dopo il sequestro, avvenuto l’altro giorno, di prodotti agroalimentari contraffatti in Puglia.


«La Regione Puglia - sottolinea - si conferma ancora una volta crocevia di traffici di prodotti agro-alimentari che nella maggior parte dei casi vengono poi spacciati per prodotti «Made in Italy».

«E' dell’altro ieri - si ricorda nella nota - la notizia della operazione «Mamma mia» con la quale l’Ispettorato Repressione Frodi del Mipaaf e la Procura della Repubblica di Trani, hanno bloccato un traffico di falso olio «made in Italy" pari a 2mila tonnellate per un valore complessivo di 13 milioni di euro, con sequestri eseguiti in Puglia, Calabria e Umbria. Il sistema di frode prevedeva il ruolo di imprese «cartiere» che provvedevano a falsificare la documentazione relativa all’origine dell’olio, spacciato per italiano ma in realtà proveniente da Spagna e Grecia.

«Poche ore prima vi era stato il sequestro eseguito dal Corpo Forestale dello Stato sempre in Puglia di oltre 10 mila chilogrammi di olive da tavola colorate e pericolose per la salute - prosegue il comunicato -. La colorazione, con il fine di nascondere i difetti delle olive, avveniva utilizzando sia la clorofilla ramata sostanza alimentare classificata dalla UE come colorante E141, procedimento vietato dalla legislazione nazionale e da quella europea, sia il solfato di rame particolarmente nocivo alla salute».

«I sequestri operati dalla Procura di Trani di falso olio "made in Italy» confermano - conclude - come continuano ad arrivare nei nostri porti prodotti agroalimentari di incerta origine e per di più spacciati come italiani. Le nostre eccellenze agroalimentari fanno gola in molti sensi. Occorre dunque rafforzare la sicurezza alimentare, attraverso la piena tracciabilità dei prodotti e delle materie prime e, più in generale, rafforzando la tutela del territorio e della sua identità».

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