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Addio a Romano Mussolini

Addio a Romano Mussolini

 

Venerdì 03 Febbraio 2006, 00:00

03 Novembre 2024, 18:25

Con Romano Mussolini, che si è spento questa notte intorno alle 2.30 a Roma, all'ospedale Sandro Pertini, dove si trovava ricoverato dal 21 gennaio, se ne va anche l'ultimo dei figli del Duce, il più giovane dei maschi nati dal matrimonio di Benito Mussolini e donna Rachele Guidi.
Jazzista di fama internazionale, grande pianista e apprezzato pittore, Mussolini aveva 79 anni. Sposato in prime nozze con la sorella di Sophia Loren, Maria Scicolone, e in seconde nozze con l'attrice Carla Puccini, era padre di tre figlie. Dal primo matrimonio aveva avuto Elisabetta e Alessandra, già esponente di primo piano di Alleanza Nazionale e oggi deputato europeo per Alternativa Sociale. Dal secondo matrimonio Rachele, chiamata così in ricordo della madre.
Nonostante non abbia mai rinnegato il suo passato ingombrante, Mussolini ha sempre saputo mantenere una certa distanza rispetto alle vicessitudini della sua famiglia, aiutato forse in questo dalla fama che ha avuto come musicista e dal suo estremo riserbo. Solo negli ultimi anni della sua vita, quando ormai della famiglia non era rimasto più nessuno, Romano si è deciso a raccogliere quegli appunti gelosamente custoditi per una vita, le memorie dirette, le testimonianze e le confidenze del capo del Fascismo, che negli ultimi anni sempre più spesso si era confidato con lui, per dare alle stampe «Il Duce mio padre» (Rizzoli, 2004). Un'esperienza replicata l'anno dopo, con un nuovo lavoro, uscito sempre per i tipi della Rizzoli, «Ultimo atto. Le verità nascoste sulla fine del Duce».
Dal primo dei due saggi esce fuori un ritratto inedito di Benito Mussolini raccontato attraverso le sue stesse parole: Romano rievoca confidenze e memorie del padre, raccontando per la prima volta il fascismo visto 'dall'internò, a cominciare dai ricordi felici dell'infanzia dorata trascorsa con la famiglia a Villa Torlonia fino alla fucilazione del Duce e di Claretta Petacci nel 1945.
Complice il grande successo del libro e forse la consapevolezza di essere rimasto l'unico depositario di certe memorie, l'anno dopo, nell'aprile 2005, Mussolini ha pubblicato un altro libro, dedicato questa volta agli ultimi giorni vissuti dal padre, e ai segreti nascosti dietro quella morte.
A sessant'anni dal 28 aprile 1945, giorno in cui Benito Mussolini e Claretta Petacci furono uccisi sul lago di Como, il figlio del Duce ha raccontato, attraverso i suoi ricordi e le testimonianze di persone vicinissime al padre, come questi visse l'ultimo atto della lunga avventura del Fascismo destinata a cambiare la storia italiana, svelando alcuni retroscena fino a quel momento rimasti inediti: dal drammatico incontro del padre con il cardinale Schuster, che tentò invano di indurlo alla resa, ai colloqui del Duce con Hitler che, dopo averlo fatto liberare dai suoi paracadutisti, aprì all'alleato italiano le porte dei laboratori segreti dove era già pronta l'atomica, passando per la tragedia familiare culminata l'11 gennaio 1944 con la fucilazione di Galeazzo Ciano. «E' da allora che ho cominciato a morire», disse Mussolini, parlandone con donna Rachele.
Nato a Forlì nel 1927, il figlio del Duce aveva sviluppato la sua folle passione per il jazz negli anni '30, grazie ai dischi che il fratello Vittorio, poi morto nel 1998, faceva arrivare dall'America. Iniziò a suonare il pianoforte da autodidatta, nel 1943, quando aveva già 16 anni. Ma, nonostante avesse cominciato da grande, un talento innato gli consentì di dare il via da lì a poco a una carriera che si rivelerà ricca di successi e che lo porterà in giro per l'America e l'Europa in un vortice di collaborazioni con i più grandi jazzisti del mondo.
L'esordio sul palcoscenico risale al 1948: solo cinque anni dopo aver iniziato a studiare il piano, Mussolini si esibì a Ischia in un quintetto diretto da Ugo Calise. Più tardi, trasferitosi a Roma, cominciò a suonare con Carlo Loffredo e Nunzio Rotondo e poi con vari complessi, avviando collaborazioni con artisti del calibro di Gianni Basso, Glauco Masetti, Oscar Valdambrini e Lino Patruno.
E' della fine degli anni '40 un primo disco sperimentale con Carlo Loffredo e Stefano Zoffoli (Ow e How High Te Moon). Nel '54 Mussolini incise quattro brani a 78 giri con Nunzio Rotondo e, due anni dopo, nel '56, partecipò alla prima edizione del festival internazionale di Sanremo con Rotondo, Tonino Ferrelli, Carlo Pos e Gilberto Cuppini. Nel 1957 incise per la Rca in trio con Loffredo e Pepito Pignatelli sotto lo pseudonimo di 'Romano Full', e poi, nel 1959, con diversi jazzisti italiani che parteciparono poi «all'estate Bussola».
Nel 1961 registrò per la Phonogram «Jazz at Santa Tecla» con Dino Piana, Carlo Loffredo e Franco Tonani. Nel 1962 incise per la Ricordi 'Jazz allo Studio 7' con Cicci Santucci, Enzo Scoppa, Dino Piana e altri. Proprio per questo disco l'anno successivo, nel '63, vinse il Prix della critica italiana. Insieme alla sua band «Romano Mussolini All Stars» girò il mondo, dagli Usa al Canada, dal Messico al Venezuela, fino in Australia, Kenia, e Corea. Per lui e la band fioccano le collaborazioni di prestigio con artisti del calibro di Chet Baker, Helen Merril, Lars Gullin, Caterina Valente, Lionel Hampton, Dizzy Gillespie, Tony Scott.
Dopo un periodo di silenzio, il figlio del Duce tornò a registrare dischi nel 1973, quando incise per la Pdu «Mirage», a cui poi seguirono altri lavori, tra cui per la Carosello «Soft Swing» e per la Rm Record «New Orleans I Love You». Il suo ultimo lavoro fu «Last Lost Love».

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