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Arresti lebbrosario Puglia gli indagati si difendono «Gestivano i pazienti»

 
Arresti lebbrosario Puglia gli indagati si difendono «Gestivano i pazienti»

Lunedì 24 Settembre 2012, 18:46

03 Febbraio 2016, 01:38

BARI – "A gestire di fatto il lebbrosario erano i pazienti". Lo avrebbe dichiarato, difendendosi, il 64enne Saverio Vavalle, ex direttore amministrativo della Colonia hanseniana di Gioia del Colle, in pensione da gennaio 2012, agli arresti domiciliari dal 20 settembre scorso insieme a don Mimmo Laddaga, ex rappresentante legale dell’ente ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti, dimessosi all’indomani dell’arresto, con l’accusa di truffa aggravata ai danni della Regione Puglia. 

La presunta truffa sarebbe superiore ai due milioni di euro, risultato di forniture di derrate alimentari eccedenti il reale fabbisogno o estremamente costose rispetto ai prezzi di mercato. 

Entrambi gli indagati hanno chiesto la revoca degli arresti domiciliari o, in subordine, l’attenuazione della misura cautelare. Dopo che il pm avrà espresso il parere sulle richieste, toccherà al gip, entro 5 giorni, decidere. 

Nell’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip del Tribunale di Bari Giovanni Abbattista e al pm titolare dell’indagine, Renato Nitti, Vavalle ha risposto per circa un’ora e mezzo alle domande, respingendo ogni addebito, pur ammettendo di essere a conoscenza della situazione evidenziata dagli inquirenti. 

Per anni, fin dal suo incarico all’Hanseniano dal 1999, Vavalle – questa la linea difensiva – avrebbe tentato di lottare contro un sistema consolidato di richieste eccessive di forniture alimentari e sprechi. L’avrebbe fatto invano – avrebbe spiegato al giudice e al pm – perch‚ "ricattato dai pazienti, che di fatto gestivano la struttura". 

Stando al racconto di Vavalle, i pazienti ottenevano tutto quello che chiedevano, altrimenti protestavano pesantemente. 

"In alcune occasioni - avrebbe detto – avrebbero persino fatto trasferire un caposala poco gradito e influenzato nomine di primari". Vavalle avrebbe inoltre raccontato di essere a conoscenza del fatto che i pazienti distribuivano le derrate alimentari a parenti e amici. Assistito dall’avv.Alessio Carlucci, Vavalle ha anche depositato documentazione con foto di carrelli pieni di cibo, tra cui anche frutti di mare crudi.
Dopo Vavalle è stato interrogato don Laddaga, difeso dall’avv.Vito Mormando, il quale ha spiegato di non essere responsabile dei bilanci dell’Hanseniano perch‚ non sarebbe stato lui a gestire le questioni amministrative.
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